Faccia d’angelo

Dice che gli amici lo chiamano ‘faccia d’angelo’ L’angioletto è di quelli per i quali sembra che il tempo non passi mai. Roman Polanski, regista. A suo tempo ha realizzato film capaci di terrorizzare Brancaleone alle crociate. Meglio (o peggio: dipende dai punti di vista) di lui ha fatto solo Dario Argento, oggi chierichetto in una chiesa romana. Mi ricordo che nei primi anni ’70, eravamo ancora a Fabriano, i ragazzi della mia Comunità andarono a vedere uno di quei film (mi pare fosse Rosemary’s baby) e tornarono in preda a processi diarroici piuttosto avanzati. Quest’estate Roman Polanski si è fatto vivo. ‘Faccia d’angelo’. Giovanile, pare che siano passati 36 giorni, e non 36 anni, da quel 1969 in cui la banda di Charles ‘Satana’ Manson nella sua villa a Los Angeles uccise senza ombra di movente la moglie del regista, l”amatissima’ Sharon Tate, incinta di otto mesi, e cinque suoi ospiti. Polanski s’è fatto vivo perché una rivista l’ha accusato di avere tentato, in quel 1969, di sedurre una sconosciuta ragazza svedese proprio durante i funerali della moglie ‘amatissima’. L’accusa è del 2002, siamo nel 2005, nei prossimi dieci anni questa storia tornerà, a ondate, sulle pagine delle riviste da spiaggia, e dalle relative interviste il regista potrà lucrare, forse più che dal film ‘Oliver Twist’ che sta girando ‘come dono ai due bambini’ che ha avuto dalla (terza, amatissima?) moglie, i quattro soldi necessari per mantenere il suo ‘discreto’ livello di vita. La difesa dell’angioletto è stata ‘calda ed accorata’: parola di ‘Repubblica’ 20/07/05, un bel pezzo di ‘letteratura estiva’. ‘Ha ricordato le rivoluzioni sociali di quegli anni, l’euforia per la conquistata libertà sessuale, l’idea della netta divisione fra la fisicità del sesso libero e la profondità del sentimento dell’amore’. Ha detto anche, testualmente: ‘È vero che durante il matrimonio ho avuto incontri occasionali con altre donne, ma questo non ha mai turbato la felicità del rapporto con Sharon’. Poi, pericolandosi sul terreno infido della psicologia: ‘Ed è anche vero che ho fatto sesso con altre donne quattro settimane dopo la morte di Sharon, ma mai, con nessuna di loro, c’era il minimo coinvolgimento emotivo. Forse era il mio modo di elaborare il dolore del lutto. C’è chi trova sfogo nella droga, chi nell’alcool, altri magari cercando il silenzio di un monastero. La mia via di fuga era il sesso’. Droga, alcool, monasteri, sesso: tutto fa brodo quando c’è da ‘elaborare un lutto’.Purtroppo Polanski non può girare il mondo per diffondere il suo verbo, poiché nel 1977, lontano dalla Francia, ha violentato una minorenne e la Francia liberal lo protegge dall’estradizione. Per ora non si sa quale fosse, nel 1977, il lutto che l’angioletto birichino fu impegnato ad elaborare.

AUTORE: Angelo M. Fanucci