Famiglia cristiana, risorsa ignorata

Il direttore di “Famiglia cristiana” pubblica un libro su famiglia e società. Ne parlerà a Perugia il 22 giugno

Nell’invitare don Antonio Sciortino direttore di Famiglia cristiana, la rivista più diffusa e famosa d’Italia, qualcuno ha suggerito di interrogarlo sulla questione: “La famiglia è ancora cristiana?”. In questa domanda si nasconde un’ironica insinuazione, e cioè che la famiglia oggi in Italia e nel mondo abbia assunto aspetti e significati molto diversi; ma in presa diretta era anche una domanda ad personam per sapere se la rivista da lui diretta si possa ancora considerare cristiana. Molti lo hanno messo in dubbio e contestato, soprattutto dopo le prese di posizione contro il governo di centrodestra, che la rivista ha criticato senza mezzi termini di insensibilità verso i profughi e di altri comportamenti lontani dallo spirito evangelico. Ma su questo e su altri argomenti don Sciortino avrà tutta l’opportunità di spiegarsi e di svolgere il suo pensiero nell’incontro di Perugia (mercoledì 22 giugno alle ore 17, sala del Dottorato, logge di S. Lorenzo, accanto alla cattedrale). Intanto è possibile leggere il suo libro sull’argomento: La famiglia cristiana. Una risorsa ignorata, 130 pagine, 17,50 euro, pubblicato da Mondadori. La scelta di Mondadori come editore sembra alquanto strana, conoscendo la grande potenzialità editoriale dei Paolini e delle Paoline. Ma probabilmente risponde all’esigenza di de-clericalizzare il tema famiglia e di farlo uscire dal recinto del sacramento e della morale cattolica, per dimostrare che la famiglia è un bene della società e una risorsa sulla quale si dovrebbe puntare e investire, per trarne i vantaggi necessari al buon funzionamento della società nella sua interezza e complessità. Con il suo stile franco e diretto, don Sciortino affronta problemi concreti e, sulla base della Costituzione, si pone in posizione critica rispetto a coppie di fatto e altre scimmiottature della famiglia vera e reale. Negli otto capitoli di cui è composto il volume, non esita a entrare nel vivo delle cose, come quando scrive che in Francia gli asili sono aperti per 11 mesi l’anno e per 11 ore al giorno, mentre in Italia i governi di ogni tendenza non hanno mai capito di dover investire sulla famiglia, che è l’unico ammortizzatore sociale per guardare al futuro senza disperazione.