Famiglia e formazione

Incontro internazionale organizzato a Lama dalla scuola diocesana di formazione socio-politica

“Famiglia e formazione: come dare speranza”, è stato questo il tema trattato nel convegno svoltosi a Lama domenica scorsa. Un appuntamento importante – organizzato nell’ambito di Agorà, la scuola di formazione socio-politica della diocesi – che ha messo al centro della discussione una tematica cogente e delicata: la sfida educativa e il ruolo formativo della famiglia, come ha ricordato Massimiliano Marianelli, direttore dell’ufficio diocesano Problemi sociali. Dopo un breve saluto del Vescovo, la parola è passata ai relatori che, viste le diverse provenienze, hanno discusso sul tema proposto, con un occhio di riguardo per ciascun Continente rappresentato. La psicologa e pedagogista italiana Carmen Falconi ha cercato di mettere in evidenza l’emergenza educativa, focalizzando l’attenzione su tre punti fondamentali: famiglia, formazione e speranza. “La famiglia – ha affermato la relatrice – va vista come l’agenzia educativa per eccellenza; così la prima formazione dei ragazzi viene data loro dai propri genitori”. L’esperta, ricordando poi come i genitori non debbano affiancare i figli nell’educazione con un atteggiamento iperprotettivo, ha consegnato a tutti i presenti un segnalibro con stampato I primi passi, quadro di Van Gogh che richiama il tema dell’educazione. La Falconi ha anche esortato a non lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà che circondano l’educazione delle nuove generazioni; difficoltà spesso provenienti dal mondo circostante, ma di puntare molto su tutti i momenti positivi che capitano nel processo formativo. Emmanuel Gabellieri, dell’Università Cattolica di Lione, ha invece presentato una relazione sui rapporti, spesso difficili, tra Stato, Chiesa e laicità. Problematica in parte connessa con la crisi sociale ed economica che stiamo vivendo, che si ripercuote sulle famiglie del nostro tempo. La disgregazione della famiglia e le trasformazioni del nucleo famigliare tradizionale sono invece stati i temi principali trattati dalla prof.ssa Maria Clara Bingmer, della Pontificia Università Cattolica di Rio de Janeiro. “Secondo la logica del Vangelo – ha affermato – la famiglia non esiste in sé e per sé o al fine di costruire se stessa e compiacersi nella sua propria esistenza comunitaria. Sebbene i legami affettivi e la relazione di convivenza siano fondamentali per la crescita personale e la piena realizzazione delle potenzialità dei membri del nucleo familiare, l’intera famiglia avrà un insuccesso nella sua vocazione non solo cristiana, ma umana, se soccomberà alla tentazione del modello borghese, confinato alla sfera del privato, instaurando una dicotomia malsana tra il privato dell’interno del nucleo e la dimensione pubblica del mondo e della società. La famiglia esiste nel mondo e per il mondo”. Rosalinda Rocca, infine, riportando alcune sue esperienze in qualità di religiosa missionaria in Camerun e Ciad, ha cercato di presentare all’auditorio cosa significhi educare in Africa. “La famiglia tradizionale, nel Continente africano – ha detto – forma ed educa attraverso le ‘parole degli antenati’che si trovano nei racconti, nei proverbi, nelle formule di benedizioni o maledizioni tramandate oralmente. Molta importanza, quindi, rivestono la funzione didascalica e i significati etici e sociali dei proverbi che in società tradizionaliste hanno la funzione di educare, insegnare, consigliare, correggere e punire. Così, dopo tanti anni di evangelizzazione – ha concluso Rosalinda Rocca – i Vangeli sono diventati tradizione per questi popoli, e la Parola è entrata in questa cultura non più come un corpo estraneo”.

AUTORE: Francesco Orlandini