Fecondazione eterologa, i veri problemi in gioco

I giudici della Corte costituzionale bocciano la norma contenuta nella legge 40 del 2004 secondo cui era proibito usare la fecondazione eterologa. Ciò significa che una coppia sterile può ricorrere a un donatore esterno per avere un figlio. Sono dieci anni che si discute e si combatte su fronti opposti su questa legge in generale, e su questa norma in particolare. Non entro nei particolari, che non mi competono e nei quali non saprei districarmi. Da quello che ho letto, posso trascrivere che da questo momento sarà possibile ricorrere a donatori di ovociti e spermatozoi quando uno dei due partner è sterile. Sarà lecita l’ovodonazione; qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio sperma. La sentenza ha valore di legge e non è oppugnabile: non potrà essere di nuovo annullata. Tale decisione vale per tutti i cittadini italiani che hanno problemi di sterilità. I primi a sollevare il dubbio di costituzionalità della procreazione eterologa sono stati gli avvocati Filomena Gallo e Gianni Baldini, legali del procedimento di Firenze, che hanno seguito 17 casi su 29, rispettivamente segretario dell’associazione “Luca Coscioni” e docente dell’Università di Firenze. Sembra che la prossima battaglia che sarà ingaggiata contro la legge 40 sarà per l’abolizione del divieto di fare ricerca sugli embrioni. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin intanto prende tempo, in attesa di verificare le conseguenze che tale sentenza potrà portare in concreto, e le modalità con cui potrà essere adottata la pratica della procreazione eterologa, per quanto ad esempio riguarda l’anonimato del donatore esterno, che si concretizza nella domanda se i bimbi nati abbiano diritto a conoscere i veri genitori. Questo tipo di problemi scalda i dibattiti, che poi si allargano e vanno a toccare altri temi della sfera della sessualità, affettività, procreazione. C’è un clima di rincorsa su questi temi, esaltati e sbandierati come grandi conquiste di libertà, liberazione dai tabù, emancipazione, esaltazione di vittorie di civiltà, conquiste di potere, aumento della sfera dei diritti… Manca un qualche accenno al diritto dei figli, ad esempio sapere da quale ceppo biologico si proviene, in quale utero ci si è formati e quindi chi siano i “veri” (biologici) genitori. Non dice la scienza medica che conoscere i propri antenati aiuta a conoscere se stessi, per tutto il patrimonio genetico, tendenze, malattie, durata della vita? Un tale faceva il calcolo: mio padre è vissuto 96 anni e mia madre 80… Siamo nel campo dell’empirico, evidentemente, ma scivoliamo in un ambito freddo, asettico, forse meno umano, poco umano, disumano? Penso che, anziché grida di vittoria da una parte, e lamentele e rivalse dall’altra, si dovrebbero affrontare questi temi con sobrietà e modestia, come ricorsi di necessità per difetti, sofferenze, mancanze, frustrazioni, e quindi cercando in molti casi soluzioni ponderate. È sempre una sconfitta quando un difetto della natura costringe a snaturare un processo perdendo qualcosa della natura stessa. Non si tratta quindi di condannare alcuno, ma di introdurre una mentalità diversa nel campo dei diritti e delle pretese, perché il limite del comportamento umano non sia eluso con superficialità, e non ci si presti a soddisfare speculazioni e interessi economici.

AUTORE: Elio Bromuri