Finalmente

abatjour

Ho sempre pensato che al nostro quotidiano cattolico, Avvenire, facesse difetto un po’ di sana curiositas. L’ho sempre pensato, stavolta lo scrivo. Esiste un’insana curiositas (si noti la perfetta legge del trisillabismo), che è estranea alla nostra tradizione cristiana: ieri era l’insana curiositas di coloro che volevano sapere quanti sono gli Ordini religiosi femminili, che cosa pensano i gesuiti, quanto patrimonio hanno accumulato i francescani in nome della “altissima povertà” del loro amabilissimo fondatore; oggi è l’insana curiositas di quegli italiani che in questi giorni vogliono “saperne di più” su quello che nei pleniluni della Seconda Repubblica succedeva a villa S. Martino di Arcore.Ma esiste anche una sana curiositas, che, quando c’è, insaporisce le pagine di un giornale come Avvenire, sempre minacciato da una doppia filiera: da una parte quella delle ruberie quotidiane e degli spiegabilissimi ammazzamenti “inspiegabili”, dall’altra quella dei pistolotti omiletici del tipo di quelli che dovette sorbettarsi Ennio Antonelli quando, arcivescovo di Perugia, per dovere di coscienza doveva leggersi tutto quello che vescovi, abati, rettori di università cattoliche ecc. gli inviavano come controproposta alla sua proposta di Catechismo degli adulti. Stavolta, finalmente, Avvenire ha superato se stesso. Il numero di martedì 18 gennaio 2011 ci ha informato che un paio di giorni dopo, ad Oberhausen, nel parco acquatico Sea Life, sarebbe stata inaugurata una statua di grandi dimensioni raffigurante il “polpo veggente” Paul, che nel corso del Campionato di calcio svoltosi in Sudafrica nel 2010 aveva azzeccato otto pronostici su otto. Chi aveva avanzato l’ipotesi di un inciucio nascosto, era stato sbugiardato. Veniamo così a sapere che Paul è morto alla fine di ottobre, e che invece di finire in padella è stato cremato, e che la sue ceneri verranno collocate accanto alla statua che lo ricorda, e che al suo posto “ora nuota spensierato il suo successore, Paul II”. A parte la difficoltà di distinguere la nuotata spensierata di un polpo spensierato dalla nuotata pensierosa di un polpo pensieroso, di Paul I avremmo voluto sapere altre cose. Se è morto sereno. Se ha lasciato un testamento. Se l’ultimo pensiero l’ha mandato alla bandiera o a quella bricconcella di polpo femmina che tanti anni fa lo sedusse, ma poi la stampa dei polpi, per volere di Mediaset, mise tutto a tacere. Se ha letto La sera del dì di festa di Leopardi, e se l’ha apprezzato. Tante, tante altre cose avremmo voluto sapere. Ma non si può, acciocché la sana curiositas non si tramuti in insana curiositas, e accentui la nostra tristezza per le vicende del’ex Omino di ceralacca.

AUTORE: a cura di Angelo M. Fanucci