Foligno: circa cento famiglie devono lasciare i container

In maggioranza sono extracomunitari, molti con figli a carico. Chiedono affitti più bassi

Sono disperati e disposti a qualunque cosa gli extracomunitari che sono alloggiati nei campi container di Foligno e che ora dovranno lasciare. Per molti di loro è scattata la diffida e già da qualche giorno la polizia, protezione civile e Comune stanno tentando di fare lo sgombero forzato. Ma senza successo: molti di loro hanno anche sei figli e, naturalmente, il Comune non ha potuto che prendere atto della situazione, mandare il fascicolo in Prefettura e lasciare la famiglia lì dove l’ha trovata. Una situazione che sta esplodendo come era stato diagnosticato già da un paio di anni. Sono un centinaio di casi distribuiti nei diversi campi container della città. A Sterpete ad esempio sono una cinquantina le famiglie, la maggior parte extracomunitarie, che dovranno lasciare i container, per molte si profila una casa popolare, per le altre la soluzione dovrà essere trovata. Molte famiglie sono irregolari, non hanno nemmeno il permesso di soggiorno, altre hanno firmato la lettera di rinuncia a ritornare nell’abitazione che occupavano prima del terremoto. Altre si sono scisse, hanno formato una famiglia propria, con tanto di figli, e magari con il capofamiglia che non lavora. Altre ancora sono i cosiddetti casi sociali, quelli che il Comune ha “parcheggiato” lì pur non avendo la casa lesionata del terremoto. Molti di loro sono disposti anche a pagare un affitto, magari la stessa cifra che pagavano prima del terremoto comunque una somma bassa e il responsabile del post sisma ha affermato che si vedrà cosa si potrà fare, magari sarà il Comune che medierà tale operazione o che dovrà aiutare i nuclei di disperati. Ma la maggioranza delle famiglie non potrà permettersi un affitto: c’è gente che ha anche otto minori a carico, con il capofamiglia che lavora solo saltuariamente. Molti, dicevamo, hanno già un’assegnazione di una casa Ierp, ma sono in prima linea per aiutare chi questa fortuna non l’ ha avuta. Scudi levati per solidarietà anche se a volte il loro tono risulta troppo arrogante: ma sono disposti a tutto. Anche a compiere atti estremi. Certo è che il Comune ed anche la Prefettura dovranno trovare una soluzione ed anche alla svelta: quei campi della città che lentamente si stanno svuotando non possono diventare dei ghetti, ma dovranno essere necessariamente smantellati e le famiglie non possono essere sbattute in mezzo ad una strada.

AUTORE: Francesca Petruccioli