Giustizia: bene da non sprecare

Una storiella curiosa, non recentissima (ma ancora attuale) e non della nostra Regione. Alcune persone chiedono ad un parroco di celebrare una messa per un defunto. Viene versato l’obolo (10 euro) e vengono fissati il giorno e l’ora. Ma quella sera i parenti del morto hanno la sorpresa di trovare la chiesa vuota. Il parroco ammette di avere fatto confusione, ma assicura che la messa l’ha celebrata quella mattina. I parenti, piccati (e un po’ forse anche perché non ci credono) fanno causa al prete per danni morali e materiali. Il prete viene convocato dal giudice di pace e restituisce subito i 10 euro. Non basta. Quelli insistono per il risarcimento dei danni morali. Il giudice respinge la domanda. Appello: di nuovo il prete vince la causa, perché, dicono i giudici, la messa doveva essere per l’anima del defunto, e quindi fa lo stesso se è stata celebrata nell’ora sbagliata. I parenti ricorrono alla corte di Cassazione, spiegando che il loro danno consiste proprio nel fatto che la messa è stata celebrata in loro assenza, e quindi non hanno avuto il conforto di pregare insieme al sacerdote. Ma questo è un danno risarcibile, se non c’è stata frode intenzionale? Qui si apre una voragine di sottili questioni legali della quale vi farò grazia. Va a finire che la Cassazione decide definitivamente contro i ricorrenti: non essendoci stata frode, ma solo errore, quella sofferenza puramente morale non è risarcibile. Fine della storia. Perché l’ho raccontata? Non certo per il gusto di dire che la Chiesa ha vinto (in verità, il prete non ci fa una gran figura) ma perché è un esempio molto significativo di come funziona (o non funziona) la giustizia in Italia. Tre gradi di giudizio per una ripicca sull’orario di una messa! Va bene che anche casi del genere abbiano un giudice, ma è patologico che arrivino alla Corte suprema. In tutti gli altri Paesi civili non ci arrivano: la legge non lo permette. La giustizia è una risorsa limitata e non va sprecata. Se si spreca, viene a mancare, o arriva troppo tardi, quando ce ne sarebbe bisogno davvero.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani