Gli immigrati accolti in Umbria

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Dopo aver immaginato per un giorno di ospitare 500 immigrati in una caserma militare dismessa a Scanzano di Foligno – era più di un’ipotesi, lanciata a livello nazionale, ma è stata scartata subito, dopo il sopralluogo, perché il sito individuato non era adeguato ed anche per le forti proteste delle istituzioni – l’Umbria ha accolto i 328 immigrati, dislocati in tutto il territorio regionale, senza ricorso a tende o campi provvisori. La regione ne potrà accogliere fino ad un massimo di 800, ha annunciato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. L’organizzazione dell’accoglienza è frutto della collaborazione tra istituzioni locali, protezione civile, Conferenza episcopale italiana, Caritas e associazioni di volontariato. La Marini ha spiegato che “si sono scelte soluzioni alternative alla realizzazione di strutture provvisorie, tipo le tendopoli o campi provvisori, favorendo invece e valutando la possibilità di proposte di gestione sul territorio dell’accoglienza dei cittadini immigrati. Potremo garantire un’accoglienza in sicurezza perché tutte le operazioni di identificazione e controllo dei cittadini immigrati sono svolte dalle forze dell’ordine, sotto il coordinamento della Prefettura di Perugia”. Rispetto alla possibilità di dislocare in Umbria un Cie (Centro di identificazione ed espulsione), sollecitata dal consigliere regionale Franco Zaffini (Fli), la Marini ha detto che “la soluzione Cie è stata esclusa per la piccola dimensione dell’Umbria e per il numero limitato di migranti in rapporto alle cifre in assoluto”. La dislocazione, a macchia di leopardo, degli immigrati non dovrebbe provocare allarme nella popolazione locale, anche se qualche malumore si è creato nella frazione Borgo di Fossato di Vico dove i 30 ospiti sono più numerosi dei residenti, e in provincia di Terni, a Collescipoli, in cui la presenza di 32 immigrati è apparsa eccessiva rispetto al numero degli abitanti del posto. Il problema è di duplice natura: garantire l’accoglienza in strutture adeguate e far sì che il loro arrivo non alteri profondamente il tessuto sociale del territorio dove vengono ospitati. Nel frattempo la macchina della solidarietà ha portato a promuovere una sorta di “comitato di accoglienza di benvenuto” per organizzare al meglio l’arrivo e soprattutto la gestione degli immigrati, con il coordinamento della Regione. In questo contesto le società della grande distribuzione hanno messo a disposizione prodotti alimentari e di cura per la persona.

AUTORE: Emilio Querini