Gli unici lavoratori snobbati dai sindacati

Il Vescovo interviene a difesa dei docenti di Religione cattolica, dopo la Nota del Sindaco

Il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, ha diffuso una sua riflessione sulla questione degli insegnanti di Religione cattolica nella scuola pubblica, sollevata nelle settimane scorse dal sindaco Orfeo Goracci in una Nota fortemente critica riferita alla ‘Gelmini’. ‘Vorrei far notare ‘ scrive il presule – che i docenti di religione a scuola non insegnano il catechismo (per questo c’è prima la famiglia e poi la parrocchia), ma presentano la dottrina cattolica come fatto culturale. Non si può infatti negare il contributo che il cattolicesimo ha dato e continua a dare al patrimonio storico e culturale del nostro Paese. Senza conoscere i contenuti del cattolicesimo è praticamente impossibile comprendere la stragrande maggioranza delle espressioni artistiche e culturali presenti in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Per gli eugubini, ad esempio, senza la conoscenza della religione cattolica, sarebbe difficile comprendere la festa di sant’Ubaldo e la corsa dei Ceri’. Dopo un richiamo al numero 30 del Concordato, il Vescovo così prosegue: ‘Stupisce non poco constatare come quella degli insegnanti di Religione cattolica sembri divenuta l’unica categoria di lavoratori ai quali non si ritiene doveroso riconoscere dei diritti’ e la ‘spesa ingiustificata’. ‘La cosa è ancora più anomala ‘ prosegue la Nota – se si pensa alla protesta di parte del mondo sindacale quando, qualche anno fa, a questa categoria di insegnanti venne riconosciuta la possibilità di diventare di ruolo. Unico esempio di protesta sindacale per il riconoscimento di un diritto dei lavoratori’. Monsignor Ceccobelli prosegue precisando che ‘i docenti di religione cattolica sono stati assunti in buona parte, e cioè per il 70 per cento dei posti disponibili riferiti all’anno scolastico 2003, con un concorso per titoli ed esami’ nel corso del quale ‘hanno sostenuto una prova scritta ed una prova orale’, esaminati da personale scelto dall’Ufficio scolastico regionale. Alla fine ‘sono stati assunti 15.000 insegnanti già in servizio da diversi anni in qualità di precari’. Il presule ricorda al Sindaco che ‘le assunzioni non sono scelte dei Vescovi, ma nomine effettuate d’intesa con i dirigenti scolastici, ai quali è data facoltà di non accettare la proposta fatta’, e che ‘i docenti di Religione cattolica permangono nel precariato a vita’. Quindi la conclusione: ‘Questa Nota non vuole aprire una polemica, ma offrire un contributo alla chiarezza, e rettificare quanto, forse in un passaggio poco meditato, è stato affermato dal nostro Sindaco’.

AUTORE: G. B.