“Gratta e…” finisci nei guai

500.000 giocatori umbri spendono 3 milioni di euro al giorno

L’industria del gioco legale, dalle lotterie al “Gratta e vinci”, dalle scommesse sportive alle slot-machine, non conosce crisi, anzi. Nel primo semestre del 2011 è cresciuta del 19% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, ed in Italia fattura un terzo del Pil nazionale. Soltanto nei primi sei mesi di quest’anno gli italiani hanno investito sulla fortuna 35,7 miliardi di euro, con un introito per le casse dello Stato di 4,6 miliardi. Insomma un buon affare per il ministro Tremonti, alle prese con le varie manovre per risanare il bilancio. Solo che spesso i conti non tornano più nei bilanci delle famiglie, con casalinghe, pensionati, cassintegrati e giovani disoccupati ed aspiranti precari che si lasciano prendere la mano nel tentare la scorciatoia pericolosa della fortuna. E poi i minori: il Corriere della Sera in un servizio dedicato al poker online parla di 420 mila studenti (quasi la metà donne) che hanno giocato d’azzardo nel 2009 e di tre-cinque milioni di italiani che nel 2010 vi hanno bruciato più di tre milioni di euro. Il Comitato antiriciclaggio della Commissione parlamentare antimafia ha stilato una relazione nella quale è detto che “la prevalenza del gioco patologico tra i giovani è diventato un problema di interesse pubblico”. Ai servizi sociali del Comune di Perugia sono in aumento le richieste di aiuto di persone rovinate dal gioco (quello legale e quello illegale più o meno clandestino) e che spesso sono finite nelle mani degli usurai. Lo ha detto il sindaco, Wladimiro Boccali, intervenendo nei giorni scorsi a Perugia al convegno nazionale, organizzato dalla Sapar Umbria (Sezione apparecchi per pubblica attrazione ricreativa), dal titolo “Affinché il gioco rimanga un gioco – Il gioco a tutela di tutti”. Durante i lavori è stata presentata a livello regionale la campagna nazionale Sapar per la prevenzione della compulsività del gioco e la tutela dei minori. Una serie di norme comportamentali alle quali si devono attenere gli esercenti di locali pubblici e sale gioco. “Dobbiamo lavorare tutti in stretta sinergia, a livello di leggi, di servizi, di controllo – ha detto ancora Boccali – affinché il gioco, senza drammatizzare, non diventi però un problema. In questo senso sono da vedere come estremamente positive sia la responsabilizzazione dei gestori che l’azione di prevenzione, in particolare se indirizzata ai minori”. Il presidente Sapar Raffaele Curcio ha ricordato il recente accordo siglato dalla sua organizzazione insieme a Confindustria-Sit con l’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani,“per attivare una concertazione indispensabile con gli enti locali in cerca di una vera sinergia. Con la campagna sul gioco responsabile e l’istituzione di corsi di formazione mirati – ha detto ancora il presidente – stiamo cercando di attivare un’etica professionale tra gli addetti ai lavori che operano nel comparto, con lo scopo di divulgare la conoscenza e le regole idonee a promuovere e incentivare il gioco responsabile”. In Umbria i giocatori (da quelli che spendono un euro per una schedina a chi invece si gioca magari lo stipendio con slot-machine e videpoker) sarebbero almeno 500 mila. Hanno investito nel gioco legale 90 milioni a gennaio, 86 a febbraio, 98 a marzo, 92 ad aprile, 91 a maggio. Mediamente tre milioni al giorno! Soldi che fanno “girare l’economia” e creano occupazione, ha detto l’on. Francesco Tolotti, vicepresidente della Fondazione Unigioco. Sì, ma attenzione ai tanti rischi e pericoli, ha avvertito il colonnello della Guardia di finanzia Vincenzo Tuzi. “La criminalità organizzata – ha aggiunto – prova a penetrare ovunque ci siano attività che generano guadagni enormi. Le modalità di tale ingerenza possono variare dall’immissione sul mercato di apparecchiature modificate al riciclaggio di denaro sporco proveniente da altre operazioni illecite, senza dimenticare l’usura”. “Il gioco non va affatto demonizzato, perché è un’attività naturale che sviluppa la socializzazione” ha ricordato il prof. Cesare Guerreschi, presidente della Società italiana di intervento sulle patologie compulsive, ma può sfociare in una malattia vera e propria, la ludopatia, dalla quale, se opportunamente assistiti, si può uscire soltanto con “un percorso lungo e faticoso”.

AUTORE: Enzo Ferrini