I funerali di Erich Priebke

I sentimenti, le emozioni, fanno parte dell’essere umano. Se non li avessimo saremmo macchine, non uomini. Però è propria dell’essere umano anche la ragione. E la ragione non deve cancellare i sentimenti, ma dominarli sì. Soprattutto quando dalla coscienza interiore si passa ai gesti esteriori, e ancor più quando dai comportamenti privati si passa ai comportamenti pubblici. Vediamo il caso Priebke. La razionalità avrebbe voluto che si sapesse distinguere fra i diversi aspetti e i diversi piani della questione. Una cosa è il giudizio (che a sua volta può essere storico, giuridico, o morale) sulla strage delle Fosse Ardeatine. Un’altra cosa è il giudizio sulla persona Priebke e sui suoi atti (quelli dell’epoca e quelli degli ultimi anni). Ancora un’altra cosa è la questione del funerale e della sepoltura (e si potrebbe ulteriormente distinguere fra il livello religioso e quello civile). Un punto fermo e acquisito della nostra civiltà è – dovrebbe essere – il rispetto delle spoglie mortali di qualunque essere umano, e il dovere di dar loro una dignitosa sepoltura. Dove rispetto e dignità non vogliono dire necessariamente onore e celebrazione, se il defunto non li meritava. In passato, la società escludeva dai cimiteri i cadaveri di determinate categorie di persone, quasi fossero bestie. Ora non è più così. I regolamenti dicono che chi muore in un luogo deve trovare posto nel cimitero di quel luogo, liberi i familiari di disporre diversamente, se ne hanno la possibilità. In parole povere, questo significa che un sindaco non può vietare che sia seppellito nel cimitero comunale un uomo che è morto nel suo territorio. Chiunque egli sia stato in vita. Se la regola è questa, accettare quella sepoltura non assume un valore simbolico, è solo un atto dovuto; e se non ha un valore simbolico, non ha senso opporvisi in nome di altri valori, per quanto nobili e giusti siano. Ci si può opporre a una celebrazione pubblica; non ad un rito privato a porte chiuse. Rodolfo Graziani è stato un criminale di guerra molto peggiore di Priebke, e il suo paese natale gli ha eretto un monumento. Da un eccesso all’altro: questo succede quando ci si dimentica di usare la ragione.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani