I guai giudiziari e la sua difesa

REGIONE. Lorenzetti sotto processo in Toscana
Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell’alta velocità ferroviaria
Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell’alta velocità ferroviaria

L’ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti è finita agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Foligno con l’accusa di corruzione, associazione per delinquere e abuso d’ufficio per ordine della magistratura di Firenze, in un’inchiesta che riguarda i lavori per l’Alta Velocità nel capoluogo toscano. Nel dicembre prossimo dovrà invece comparire davanti ai giudici di Perugia nel processo sulla cosiddetta “sanitopoli” umbra. L’ex Presidente si è sempre proclamata innocente in merito ai fatti che le vengono contestati sia a Perugia che a Firenze. Fino a una sentenza definitiva, che purtroppo arriverà tra molti anni, bisogna quindi tenere conto della sua difesa. Senza però andare a frugare nelle carte processuali – cosa che dovranno fare giudici e avvocati -, innocente o colpevole, la sua vicenda è uno spaccato di un’Italia bloccata da una ragnatela di poteri e clientele, dove il merito e le capacità contano sempre di meno. Un Paese dove lo “spread etico” è più preoccupante di quello dei titoli di Stato. Con leggi, leggine, regolamenti e ricorsi al Tar che cambiano ogni giorno le carte in tavola, e una burocrazia che non regola ma complica la vita di cittadini e aziende. Un labirinto dove è facile perdersi senza ricorrere a favori e raccomandazioni.

Mari Rita Lorenzetti, dipendente della Provincia di Perugia, a 31 anni è già sindaco nella sua Foligno. Poi arriva il Parlamento con l’importante incarico di presidente della Commissione Lavori pubblici alla Camera dei deputati. Per due legislature è governatrice dell’Umbria. Dopo lotte e guerre intestine al Pd, nel 2010 non viene ricandidata alla presidenza della Regione. Ma non torna al suo impiego in Provincia. Per lei c’è la poltrona di presidente dell’Italferr, società del gruppo Ferrovie dello Stato che opera nel settore dell’ingegneria dei trasporti e dell’alta velocità. Lei, laureata in Filosofia, non sa molto di ingegneria ma, come ex presidente della commisione Lavori pubblici, parlamentare e governatore, ha le conoscenze, le relazioni e l’esperienza giusta per navigare in quella ragnatela di leggi e burocrazia che mediamente triplicano tempi e costi delle opere pubbliche. Non a caso viene anche soprannominata “la Zarina”.

Uno dei principali problemi con il quale deve subito confrontarsi per il completamento dell’Alta Velocità a Firenze è quello dei rifiuti. Ci sono da smaltire tonnellate di terra e altro materiale dei lavori della galleria per l’attraversamento della città. Sono rifiuti industriali e servono procedure particolari e costose per il loro smaltimento, sostiene un alto dirigente della Regione Toscana. Viene però rimosso e destinato ad altro incarico. Servono amici anche a Roma, e alla Commissione ministeriale per la Via (Valutazione di impatto ambientale) c’è un geologo siciliano che è anche uomo del Pd. La politica dappertutto. Per lui, con il coinvolgimento di esponenti nazionali del partito, c’è la promessa di una candidatura in Parlamento alle ultime elezioni politiche. Viene chiesto anche l’aiuto di funzionari amici a Bruxelles che forse potranno fare qualcosa per rivedere certe normative europee sul problema delle tonnellate di terra della galleria da scavare sotto Firenze. Insomma, la Lorenzetti opera a tutto campo muovendo la sua rete di amicizie dentro e fuori il Pd. Con comportamenti illeciti? Non sta a noi dirlo. Sarà la magistratura di Firenze a dover rispondere.

Maria Rita Lorenzetti
Maria Rita Lorenzetti

Così come i giudici di Perugia dovranno rispondere per l’inchiesta su “sanitopoli”. Non riguarda mazzette ma favori. Pressioni e richieste di favori che uno degli imputati (tra loro ci sono l’ex assessore regionale Maurizio Rosi e dirigenti della Sanità umbra) aveva archiviato nel suo computer, sequestrato dagli inquirenti, con la parola “marchette”. Nelle carte dell’inchiesta ci sono parlamentari e politici, anche con ruoli istituzionali in Umbria, che telefonano per l’assunzione di parenti, amici, “clienti”. Insomma le solite raccomandazioni. La Lorenzetti in particolare, essendo ormai alla fine del suo mandato in Regione, si impegna per trovare un altro lavoro ben remunerato alla sua capo di Gabinetto a palazzo Donini. Dove? All’Asl di Foligno, con procedure che però secondo la magistratura non sarebbero state regolari.

Insomma, le vicende giudiziarie della Lorenzetti sono uno spaccato di questa Italia mediocre, senza regole certe e valide per tutti, con troppi politici intenti a spartirsi posti di lavoro e incarichi a beneficio di amici e clienti. Alla Lorenzetti la magistratura di Firenze contesta anche di avere favorito il marito architetto nell’aggiudicazione di un appalto in Emilia Romagna. La sua difesa e la difesa del suo operato davanti ai giudici è che lei ha operato per l’interesse dell’Italfer e non personale. Un’Italia mediocre dove per fortuna ogni tanto succede qualcosa che ci fa conoscere anche l’Italia migliore. In Lombardia una giovane donna, medico, viene falciata da un’auto mentre soccorre un uomo morente sulla strada. Sua madre dichiara ai giornalisti: “Voglio occuparmi della famiglia di quell’uomo morto che mia figlia voleva salvare per concretizzare il suo gesto di altruismo”. Dunque c’è anche una Italia migliore! Peccato però che nei giorni successivi viene denunciato un carabiniere. Aveva preso la borsa di uno dei feriti di quell’incidente ed era andato a giocare alle slot machine i soldi prelevati con il bancomat appena rubato. Se anche i carabinieri rubano…

AUTORE: Enzo Ferrini