I vescovi ai giovani: siate fieri di essere cristiani

Nota pastorale della Conferenza episcopale umbra:

Lunedì 30 settembre, alle ore 17.00, nella cappella Frate Elia del Sacro Convento di S. Francesco in Assisi verrà presentata la lettera pastorale dei vescovi umbri “La Chiesa in Umbria e i suoi giovani”.

Mons. Sergio Goretti, presidente Ceu, farà una breve presentazione della lettera e dei principali problemi delle otto chiese particolari dell’Umbria; mons. Pietro Bottaccioli, segretario della Conferenza episcopale umbra, ripercorrerà le tappe che hanno condotto i vescovi umbri a proporre questa lettera collettiva; mons. Giuseppe Chiaretti, vice presidente della Ceu, illustrerà i principali contenuti del documento e le linee pastorali che ne derivano; il prof. Giovanni Carlotti, presidente regionale di Azione cattolica, proporrà le sue impressioni e suggerirà alcune priorità.

Seguirà il dibattito e un momento di preghiera nella stessa cappella Frate Elia, in quanto la Basilica sarà impegnata per la novena di preparazione alla solennità di san Francesco. Le diocesi umbre sono invitate ad essere presenti con i loro giovani e con i loro operatori pastorali, ognuna per un totale di 20-25 persone.

Riportiamo alcuni stralci del documento nei quali è indicata l’intenzionalità e l’indirizzo cui è rivolto.L’indice della “Nota pastorale”

PARTE PRIMA: IL CONVEGNO 1.L esperienza del convegno eccleslale regionale 2- Convegno come evento ecclesiale3- Ambiguità presentinell attuale condizione giovanile 4- Per una Chiesa in Umbria con i giovani

PARTE SECONDA: ALCUNE INDICAZIONI PASTORALI 5. Abbiamo bisogno dei giovani! 6. Gli approcci di Gesù con i giovani 7. Dai santi umbri l’esempio 8. Gesù, proposta di vita per ogni giovane 9. La stagione delle emozionie l’iniziazione sacramentale 10. Alcuni “laboratori” per introdurre alla fede: un laboratorio di carità 11. Un laboratorio di speranza 12. Un laboratorio di fede 13. Per una fede che si fa vita quotidiana: la “carità politica” 14. Per una fede che si fa ricerca della verità: la “carità culturale” 15. Chiese locali come spazi sperimentalidi modelli associativi 16. I giovani evangelizzino i giovani

PARTE TERZA: MODALITÈ ORGANIZZATIVE17. Gli educatori-animatori 18. Riscopriamo gli oratori! 19. Associazioni, movimenti, gruppi20. Giovani e ambienti di vita, particolarmente culturali 21. Strutture di coordinamentoGiovani, sentinelle del mattino!

L’ESPERIENZA DEL CONVEGNO ECCLESIALE REGIONALEAll’indomani del VI Convegno ecclesiale regionale “Per una nuova comunicazione della fede: le Chiese dell’Umbria si interrogano e interpellano i giovani”, sentiamo il dovere di rendere grazie a Dio per l’esperienza che ci è stato dato di vivere. Intendevamo rilanciare la collaborazione tra le diocesi, ponendo le basi per nuovi percorsi comuni; la preparazione e lo svolgimento del convegno hanno dato modo alle nostre Chiese di incontrarsi, collaborare, far crescere a tutti i livelli quel tessuto prezioso di relazioni umane e spirituali, di cui si sostanzia nel concreto la comunione (…).L’aver destato entusiasmo e aver riaperto il dialogo, l’essersi sentiti incoraggiati ad osare e a sperimentare, il poter contare su su collaborazioni offerte, l’aver intuito qualche percorso pastorale praticabile…, è stato per le Chiese dell’Umbria motivo di particolare soddisfazione (…). Le relazioni ascoltate ed il lavoro dei gruppi di studio ci hanno consentito di trarre indicazioni preziose, che queste pagine intendono sintetizzare e proporre alle nostre comunità(…).Ora che il convegno è concluso, ci attende il difficile compito di trarne delle indicazioni pastorali da tutti condivisibili, e dei percorsi che le pongano in essere. Tutti i partecipanti, soprattutto i giovani, ci hanno chiesto di valorizzare l’esperienza vissuta e di trasferirla nella realtà delle nostre Chiese locali; è proprio questo l’obiettivo della presente Nota pastorale(…).

CONVEGNO COME EVENTO ECCLESIALE(…) Il convegno, a detta di tutti, è stato vissuto, sia nella fase preparatoria che in quella esecutiva, come evento di comunione, con la consapevolezza che si trattava di una felice occasione di riflessione sul problema di una pastorale regionale il più possibile unitaria nelle sue prospettive.

Anche durante il convegno è stato ribadito che tale lavoro convergente e concorde delle diocesi è ormai un’esigenza ineludibile, vista anche la piccolezza della regione e l’esiguità delle nostre chiese locali. Un momento di crescita, quindi, che non si è esaurito nella dotta ricerca e nella celebrazione, ma ha voluto procedere anche sulla via della programmazione, che sarà poi varia nelle scelte operative pur essendo concorde negli orientamenti e nell’impegno. Una concordia, peraltro, che nasce anche dalla comunione di tutte le aggregazioni ecclesiali e degli operatori pastorali, non potendosi più annunciare con efficacia il Cristo senza la testimonianza dell’unità e dell’amore reciproco.

Occorre però che il lavoro iniziato, e cioè il cammino pastorale progettato insieme, venga proseguito con fiducia sapendo di poter contare sulla collaborazione di tutti (…).Il convegno ha anche indicato alcune priorità collettive, sulle quali iniziare da subito a riflettere ed agire, quali: un organismo regionale di pastorale, le comunicazioni sociali, l’università, la formazione degli operatori, la pastorale vocazionale, il rapporto con le istituzioni (…).

GIOVANI, SENTINELLE DEL MATTINO! (…) Offriamo con fiducia ai giovani delle nostre Chiese queste considerazioni, elaborate con tanta, speranza e senso di responsabilità, perché siano oggetto d’una intensa riflessione. A voi, carissimi, che in gran numero abbiamo incontrato pellegrini nel mondo in occasione delle varie Gmg, chiediamo di “aiutarci ad aiutarvi”. Anche voi siete fragili, nonostante le vostre apparenti sicurezze: ma la Chiesa è da sempre accanto ai figli più fragili. Noi abbiamo solo Gesù Cristo da offrirvi: è Lui il nostro tesoro più grande, capace di sostenere ogni fragilità. Anche per noi, come per il Papa, voi siete sentinelle d’un nuovo mattino che – lo sentiamo – sta già venendoci incontro, com’è sempre avvenuto nelle grandi crisi di civiltà: e toccò agli umbri Benedetto, prima, e Francesco, poi, tracciare percorsi nuovi per la Chiesa e per la società. Gli albori del nuovo giorno sono già in vista, – ci ripete Giovanni Paolo II -: non ve ne accorgete?

Noi vescovi sentiamo che nei sotterranei della storia sta già fermentando un mondo religioso nuovo: e ne scorgiamo i segni. Fatevi anche voi portatori e banditori di questa speranza. Venite fuori con ardimento dalla palude del conformismo, fieri della vostra identità cristiana, e segnalate ai vostri amici il sapore di morte che c’è in una società sazia e disperata. Il Papa a Toronto ha detto proprio alle “sentinelle del mattino”: “Quale chiamata sceglieranno di seguire le sentinelle del mattino? Credere in Gesù significa accogliere ciò che Egli dice, anche se è in contro-tendenza rispetto a ciò che dicono gli altri. Significa rifiutare le sollecitazioni del peccato, per quanto attraenti esse siano, e incamminarsi sulla strada esigente delle virtù evangeliche. Giovani che mi ascoltate, rispondete al Signore con cuore forte e generoso! Egli conta su di voi. Non dimenticate: Cristo ha bisogno di voi per realizzare il suo progetto di salvezza! Cristo ha bisogno della vostra giovinezza e del vostro generoso entusiasmo per far echeggiare il suo annuncio di gioia nel nuovo millennio. Rispondete al suo appello ponendo la vostra vita a servizio di Lui nei fratelli! Fidatevi di Cristo, perché Egli si fida di voi” (OR, 27 luglio 2002).

Vogliamo salutarvi con le parole del suggestivo messaggio che il Concilio rivolse proprio a voi, giovani, chiamati a vivere “nel momento delle più gigantesche trasformazioni della storia”. “La Chiesa, – scrissero allora i vescovi -, vi guarda con fiducia e con amore… Essa possiede quel che fa la forza e la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di donarsi senza attendere nulla in cambio, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste. Guardatela allora questa santa madre Chiesa, e ritroverete in essa il volto di Cristo, che fu vero eroe umile e saggio, profeta della verità e dell’amore, compagno e amico dei giovani”.

Il “Duc in altum”, che è il grido di marcia del popolo di Dio all’inizio del terzo millennio, sia anche il grido delle Chiese e dei giovani dell’Umbria perché siano sale e luce della terra. E questo avverrà ogni volta che un giovane, con umiltà e coraggio, si disporrà a diventare discepolo del Signore. Con affetto.

AUTORE: Gli Arcivescovi e i Vescovi dell'Umbria