Il battesimo: facile o difficile?

Due riviste cattoliche riaprono il dibattito sul conferimento del sacramento

Nel n. 9 del 2009 pubblicato in ottobre, il mensile dei Paolini Vita pastorale dedica 20 pagine per illustrare il processo di iniziazione cristiana incentrato sul battesimo. Ne scrivono teologi e liturgisti di primo piano. L’articolo parte dalla nota affermazione di Tertulliano: Fiunt, non nascuntur, cristiani, “Cristiani non si nasce ma si diventa”. Da ciò discende la conseguenza che si deve fare una “conversione pastorale”, soprattutto da parte dei Pastori. Non si possono battezzare indiscriminatamente tutti quelli che lo chiedono, ma va introdotto un congruo periodo di preparazione, secondo un percorso di tipo catecumenale, per gli adulti, e una specifica preparazione rivolta alle famiglie che lo chiedono per i loro figli piccoli. Spesso, infatti, sono famiglie non credenti o non praticanti a chiedere il battesimo per i figli. Ciò pone seri problemi alle Chiese. A questo proposito si possono avere pareri e pratiche diverse, alcune più rigide altre più agevoli. La ricerca dell’equilibrio in tale questione è un problema pastorale di primo piano, che la rivista aiuta a ritrovare. Il dossier, a cura di Giuseppe Cavallotto, si intitola Una conversione pastorale – La scelta del catecumenato. Essa consiste nel porre in evidenza che “la promozione e l’attuazione di idonei itinerari di catecumenato – o ispirati ad esso – non sono un impegno aggiuntivo, ma costituiscono una svolta pastorale che apporta significativi cambiamenti dell’attività catechistica e formativa delle nostre parrocchie”. Nello stesso mese un analogo periodico mensile che tratta temi religiosi, meno tecnica sul piano pastorale e di più ampia divulgazione, 30 Giorni, il mensile diretto da Giulio Andreotti, n. 8/2009, riporta un servizio dall’Argentina di Gianni Valente dal titolo Il battesimo è una cosa semplice. Il progetto pastorale per diffondere il battesimo a quanti non l’hanno ancora ricevuto si avvale di una dichiarazione fatta da Benedetto XVI, in un colloquio spontaneo ed amichevole con i preti di Bressanone il 6 agosto dello scorso anno: “Anch’io quando ero più giovane ero piuttosto severo – ha raccontato Benedetto XVI. – Dicevo: i sacramenti sono i sacramenti della fede e quindi dove la fede non c’è, dove non c’è prassi di fede, anche il sacramento non può essere conferito”. Racconta poi delle due fazioni del clero di quando era arcivescovo di Monaco. “Nel corso del tempo ho capito che dobbiamo seguire piuttosto l’esempio del Signore. Che era molto aperto, e anche con le persone ai margini dell’Israele di quel tempo era un Signore della misericordia, troppo aperto (secondo molte autorità ufficiali) con i peccatori, accogliendoli o lasciandosi accogliere da loro nelle loro cene, attraendoli a sé nella sua comunione”. Confortati anche da queste considerazioni del Papa, i preti di Buenos Aires e il loro arcivescovo, card. Bergoglio, hanno sviluppato un’azione di esortazione alla popolazione per convincere chi non è battezzato a superare le difficoltà, nella considerazione che “il battesimo è una cosa facile”. I preti sono invitati a non porre ostacoli, a rendere più semplice possibile l’ottenimento del battesimo. “Evitando fariseismi e pretese che aumentano la scristianizzazione”, considerato che chiedere il battesimo per sé o per i propri figli “è già frutto della grazia di Dio”. Nell’intervista il card. Bergoglio afferma: “I sacramenti sono gesti del Signore. Non sono prestazioni o territori di conquista di preti e di vescovi” ed appoggia la sua linea pastorale con citazioni della Evangelii nuntiandi e di altri documenti ecclesiastici. I sacerdoti non si sono fatti pregare ed hanno fatto pubblicità al battesimo invitando a partecipare alla breve “ciarla” o discorso, che illustra il sacramento, e hanno organizzato feste e manifestazioni pubbliche per favorire la partecipazione dei fedeli. Apparentemente sembra che tra la preoccupazione di un’attenta preparazione per il battesimo ed una che potrebbe sembrare disinvolta e frettolosa, vi sia incoerenza e distanza, ma se si va a leggere l’articolo di Angelo Lamer su Vita pastorale a pag. 82, dal titolo Evitare soluzioni estremiste, si potrà constatare che una soluzione congiunta potrebbe essere possibile. Il confronto tra le due riviste, con le problematiche sollevate dall’una e dall’altra, pur in contesti geografici e culturali diversi, può essere di qualche interesse per trovare la giusta misura evangelica per proporre, preparare e celebrare il battesimo nell’attuale società.

AUTORE: Elio Bromuri