Il Csi aiuta i giovani profughi a integrarsi grazie allo sport

Anche una squadra multiculturale messa insieme dalla Caritas partecipa alla Bardascio Cup (calcio a cinque) di Foligno

Domenica 17 gennaio si celebrerà la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Quello dell’immigrazione è tra i temi più delicati e attuali, e non passa di certo inosservato al Centro sportivo italiano. L’attenzione per chi lascia il proprio Paese, infatti, è alta anche nell’ente di promozione sportiva: i progetti e le iniziative promossi dal Csi sono aperti a tutti, migranti compresi. Un esempio, la Bardascio Cup, torneo di calcio a 5 e pallavolo organizzato dal comitato Csi di Foligno e dalla Pastorale giovanile della stessa diocesi. Per questa occasione i due enti hanno invitato la Caritas locale a iscrivere una formazione multiculturale per le gare di volley, con l’obiettivo di favorire l’integrazione dei ragazzi stranieri accolti dalla Caritas stessa. I Paesi di origine sono prevalentemente africani; come precisa Francesco Fratepietro , operatore del servizio Immigrazione della Caritas diocesana di Foligno, “il gruppo più numeroso proviene dal Gambia. Di circa 15 giocatori, 7 provengono da questa nazione dell’Africa occidentale. Sono tutti giovani dai 18 ai 30 anni; sono giunti a Foligno nel giugno 2014, dopo essere stati accolti a Ragusa”. Lo stesso Fratepietro ha precisato che le motivazioni di coloro che lasciano il Gambia non sono legate né a cause economiche né a guerre, ma a una dittatura che limita ogni loro libertà.

A conferma di questo, alcune esperienze di questi giovani arrivati in Italia. Un ragazzo nel suo Paese era un insegnante in una scuola coranica. Un giorno il padre viene ucciso. Lui si reca alla stazione di polizia per denunciare l’accaduto.

Ma un suo parente, molto ricco e influente, per evitare ripercussioni, contatta il capo delle forze dell’ordine affinché spaventi il giovane e lo minacci di metterlo in galera. Il ragazzo è costretto a scappare. Un altro, invece, che faceva l’elettricista, venne accusato di aver ucciso un suo collega, anche dopo che i medici hanno stabilito che il decesso era avvenuto per cause naturali. “Questi ragazzi – afferma Fratepietro – hanno bisogno di momenti ricreativi. Nell’ottica di un loro inserimento nella nuova società, questi eventi sono fondamentali e hanno una grande valenza sociale.

Ringrazio il Csi per il grande supporto”. Anche i principali promotori della Bardascio Cup sottolineano che i risultati sono andati oltre le aspettative. “Con questa esperienza – afferma il presidente del Csi folignate Giovanni Noli – abbiamo gettato le basi per il futuro. Sono convinto che la presenza di questi giovani alle nostre attività andrà sempre aumentando”. Dello stesso parere anche il responsabile della Pastorale giovanile di Foligno, Michele Tufo , che ha spiegato che “non abbiamo invitato la Caritas per aggiungere… una squadra in più. Tutto è stato fatto per lanciare un messaggio a tutte le realtà del territorio, per dimostrare quanto potente sia lo sport in chiave integrativa”.

AUTORE: Michele Mencaroni