Il dialogo possibile anche con gli agnostici

Presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso è il card. Jean-Louis Tauran, venuto recentemente in Umbria in occasione dell’incontro-pellegrinaggio dei giovani di Azione cattolica ad Assisi. Ne abbiamo approfittato per rivolgergli alcune domande. Qualche anticipazione sulla Giornata del 27 ottobre? “Anzitutto, non sarà una replica dell’evento di 25 anni fa. Sarà anche, ovviamente, la rievocazione di un avvenimento che, a suo modo, è stato storico; ma si cercherà soprattutto di vedere come sia possibile – tramite la fede – contribuire alla pace, all’armonia. E lo è, sviluppando il senso della preghiera e della vita contemplativa, in particolare con l’intento di dare una testimonianza valida di fronte agli agnostici che osservano il nostro stile di vita; cerchiamo di capire che cosa auspichino da noi. Questo sarebbe un buon fine da perseguire”. Il Papa ha posto al centro il tema della verità. C’è chi pensa che questo possa far problema… “Siamo tutti pellegrini verso la verità, quindi non possediamo la verità tutta intera. Noi sappiamo Chi è la verità, ma abbiamo tutta la vita per cercare di fare in modo che questa verità penetri nella nostra vita. Ogni giorno ricominciamo, siamo tutti dei principianti. La ricerca della Verità è la grande avventura dell’Uomo”.La novità di quest’anno è quella che sono invitati i non credenti, gli atei… “Meglio: gli agnostici, perché l’ateo è chi nega che Dio esista. Mentre l’agnostico dubita, è dilaniato, dice: ‘Non è possibile che il mondo sia creato da un Essere supremo, d’altra parte questo mondo, lo stesso uomo, la persona umana, il cervello umano, non può essere frutto del caso”. E quindi si può dialogare. “Certamente: il Papa ad esempio ha dialogato con il filosofo Habermas. In Europa, anche i bambini a scuola devono dialogare con il compagno di classe ebreo o musulmano. Siamo – positivamente – ‘condannati’ al dialogo”.

AUTORE: M. R. V.