Il diritto a un tetto per chi ne è senza, a Terni

TERNI. C’è chi si oppone alla realizzazione di un dormitorio Caritas per i senzatetto
La zona dove dovrebbe essere aperto il dormitorio per i senza tetto

Stupore e dolore provoca nella comunità cattolica di Terni la notizia che 500 cittadini si stanno opponendo all’apertura di un dormitorio per i senzatetto da parte della Caritas diocesana in via Vollusiano, nei pressi della stazione ferroviaria. Com’è pensabile che in una città moderna e civile, nonché solidale in tutte le circostanze, ci si opponga – sia pure per “nobili” motivazioni tutte “individualistiche” – ad un’opera civile necessaria ed urgente? Un’opera presente in tutte le città del mondo, e presente anche a Terni negli anni del dopoguerra, che possa assicurare un tetto a chi non ce l’ha e consentirgli di dormire la notte al riparo da intemperie e freddo. Da qui lo stupore. C’è poi il dolore che in una città come Terni, in cui i cristiani battezzati sono la stragrande maggioranza, ci possano essere persone che così platealmente contraddicono principi e valori di fede in cui credono, dimenticando che tutti siamo fratelli perché figli di Dio e che l’Amore, cioè il soccorso a chi è in difficoltà e l’aiuto a chi ha necessità, è legge suprema ed inderogabile. Con la disponibilità di un locale idoneo da adibire a dormitorio, dopo i lavori di sistemazione per renderlo funzionale a tale scopo, la Caritas sta cercando di colmare un vuoto che chi è a contatto quotidianamente con le persone più bisognose e senza fissa dimora ha constatato come urgente. I senzatetto che ogni sera i volontari delle associazioni caritative raggiungono alla stazione o in altri luoghi dove trovano riparo sono tanti, vivono spesso in condizioni precarie. Le loro storie non sempre sono conosciute e poste all’attenzione pubblica. Una delle tante è stata riportata sul nostro giornale nel mese di luglio, quando con l’impegno e la vicinanza dei volontari della San Vincenzo de’ Paoli e della Caritas si è riusciti a salvare un giovane ternano gravemente malato e debilitato dalla vita di strada, accolto poi in una casa famiglia parrocchiale. Una storia tra le tante di persone che, anche a causa della crisi, si trovano improvvisamente in mezzo alla strada e senza un tetto dove ripararsi. Sono persone provate, stanche, emarginate, da non considerare in partenza come delinquenti o “paria” della società. L’apertura di un dormitorio è un’opera sociale e concorre al miglioramento della “qualità” della vita di ogni comunità. A meno che non si escogiti rapidamente un’altra soluzione.

AUTORE: E. L.