Il Gioco è una cosa seria

Scout. Grande raduno dei giovani esploratori e guide da tutta la regione a monte Alago presso Nocera

Una grande macchia celeste su un mare d’erba verde: a comporla erano i giovani scout della branca E/G (esploratori e guide) di tutta la regione riunitisi a Nocera Umbra, dal 26 luglio al 7 agosto, nei prati del monte Alago. Cinquecento ragazzi e ragazze, dai 12 ai 16 anni, insieme a 200 tra capi educatori e volontari, sono seduti davanti al palco in attesa dell’inizio della messa. Dopo una settimana dedicata alle varie attività del campo, domenica 1° agosto è stata la giornata della celebrazione religiosa e del Grande Gioco. Sotto un sole che non ha tardato a farsi sentire, tutto è pronto per l’inizio della messa, presieduta dai due vescovi mons. Domenico Sorrentino, di Assisi – Nocera Umbra e Gualdo Tadino, e Gualtiero Bassetti, di Perugia – Città della Pieve. Insieme a loro alcuni sacerdoti, tra cui l’assistente ecclesiastico regionale degli scout, don Davide Travagli. I ragazzi, ognuno con il proprio fazzolettone, simbolo distintivo del gruppo di appartenenza (in tutto erano presenti 19 gruppi su 24 provenienti dalle varie città della regione) e con i guidoni in mano, battono all’unisono le mani per accompagnare con il canto la liturgia, animata dal reparto del Perugia 4. “Che senso ha questa bellezza della natura, che in questi giorni state sperimentando? – chiede mons. Sorrentino nell’omelia – Ci riempie il cuore e dobbiamo fare festa, perché la festa siamo noi”. Durante l’offertorio i capi dei 19 gruppi hanno consegnato all’altare le intenzioni di preghiera raccolte all’interno dei cappelloni. Durante la celebrazione tutti i reparti hanno rinnovato la Promessa, alla presenza dei capi campo Elisa Pellegrini e Pier Paolo Furiani, degli altri capi e dei vari responsabili regionali. La messa si è conclusa con il canto Il grande sogno, scritto dai ragazzi per questo grande incontro, il secondo svolto a livello regionale dopo quello del 1988 tenutosi sempre a monte Alago. Infine tutti sono tornati alle tende: è l’ora del pranzo ed è tutto un levare di fuochi nelle “cucine”. C’è chi, però, si deve accontentare di un panino: sono le squadriglie del Terni 1 e Terni 9 che devono organizzare il Grande Gioco sui prati nel pomeriggio, in stile indiano. “Questo è un campo interamente realizzato dalle imprese dei ragazzi – spiega il capo campo Pierpaolo Furiani, di Corciano – dove ognuno contribuisce a fare qualcosa. È partito come una sfida, ‘Il grande sogno’, dal tema del nostro campo: c’è chi si occupa dell’alzabandiera, chi ha organizzato la cerimonia di apertura e chiusura, chi la celebrazione della messa, fino al grande gioco del pomeriggio. Ci sono stati anche dei gemellaggi tra squadriglie. Tutto è andato bene. In un tempo in cui i ragazzi vengono definiti incapaci di realizzare qualcosa di importante, qui i nostri sono riusciti a costruire un grande sogno”. Nei giorni successivi i giovani esploratori e guide sono partiti in missione divisi per squadriglie: sull’onda di una sfida che prevederà un pernottamento all’aperto, con montaggio di tende, animazione e altro ancora. “Siete un grande segno di speranza” “Questo raduno è un grande segno di speranza – ha detto mons. Sorrentino. – È bello vedere tanti giovani che si ritrovano insieme per trovare dei valori importanti, coniugati con la preghiera, facendo insieme un percorso di fede, sottolineando e promuovendo valori che meritano oggi di essere difesi e testimoniati”. Una novità è invece stato questo campo per mons. Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve. “Colgo in questo raduno – dice – la regionalità dell’Umbria, una realtà molto viva e intensa, che ho potuto constatare anche in altre realtà della nostra Chiesa: i seminaristi che si conoscono tutti, come i sacerdoti, e così gli scout”. Don Davide Travagli ha invece voluto fare una riflessione sul tema “Il grande sogno”: “È un tema profetico perché rilancia ai giovani la speranza e la creatività, a cui devono guardare nell’ottica del futuro, appoggiandosi su Gesù Cristo. È un modo per rendere reale una possibilità di crescita nel costruire grandi imprese. La voglia di fare è importante all’interno della Chiesa, dove spesso si porta avanti una ‘pastorale di mantenimento’. Gli scout sono un’energia propulsiva all’interno della Chiesa”.

AUTORE: Manuela Acito