Il lavoro, fonte di vita

DIOCESI. Messa presieduta dal vescovo mons. Paglia nel complesso industriale della Thyssen-Krupp

È tata la celebrazione in fabbrica, all’interno del reparto della Società delle fucine nel complesso industriale dell’Ast Thyssen Krupp ‘ Acciai speciali Terni, alla presenza dell’amministratore delegato TK Harald Espenhahn, dei dirigenti e di numerosi dipendenti dell’Ast e dei loro familiari, a segnare l’inizio delle attività natalizie della diocesi. ‘Una celebrazione che in qualche modo anticipa il Natale – ha detto mons. Paglia che ha presieduto la celebrazione – e che rappresenta una tradizione radicata per le Acciaierie ternane. Se solo ripensiamo a qualche anno fa – ha ricordato il vescovo nella sua omelia – sarebbe stato difficile celebrare con tanta serenità il Natale. Oggi siamo felici perché tanti problemi all’Acciaieria sono stati superati e si può guardare con maggiore serenità al futuro. Ma come dimenticare gli altri problemi che coinvolgono il nostro territorio? Penso alla tragedia abbattutasi vicino a noi, nelle settimane scorse, con l’esplosione dell’oleificio di Campello sul Clitunno che ha provocato quattro morti, con famiglie che sono state drammaticamente segnate dal dolore e alle quali vogliamo essere vicini e portare tutta la nostra solidarietà, mentre ripetiamo ancora con forza che il lavoro non deve essere mai più luogo di morte ma solo fonte di vita. E come dimenticare il nostro concittadino Roberto Dieghi, lavoratore anche lui – ha ricordato poi mons. Paglia – ancora nelle mani dei rapitori in Nigeria? Con particolare sollecitudine infine vorrei ricordare la difficile situazione del polo chimico di Nera Montoro e gli operai che rischiano il licenziamento. In questo momento vorrei che tutti ci sentissimo vicini a queste persone, mostrando la solidarietà di tutta la fabbrica e dei lavoratori’. ‘Celebrare il Natale su questa ‘mangiatoria’ che è il frutto del lavoro – ha proseguito mons. Paglia – vuol dire che la fabbrica rappresenta anch’essa un luogo di rinascita e di letizia. E pur con le tante tragedie che ci sono intorno, questa celebrazione invita alla gioia, non per la spensieratezza di qualche giorno o per coprire leggermente una vita difficile, ma per ricordare che il Natale torna perché la vita sia bella per tutti, perché il mondo rinasca davvero. C’è bisogno della rinascita in tutti di qualche sentimento di amore in più, c’è bisogno che l’altro diventi un fratello, che il vicino diventi un amico. Per questo vorrei – ha concluso il Vescovo – che da questa celebrazione in fabbrica partisse una sorta di carovana di amicizia che ci unisse tutti anche quando incontrerò i malati, gli anziani, i carcerati, e poi i poveri e bisognosi nel pranzo di Natale in cattedrale’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro