Il messaggio di papa Francesco per la Quaresima

Fa da guida alla riflessione la parabola del ricco (anonimo) e del povero Lazzaro, un testo molto duro nella sua lucidità

Si intitola La Parola è un dono. L’altro è un dono il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2017. Di seguito, ampi stralci del testo (versione completa sul sito w2.vatican.va).

LAZZARO-ALLA-MENSA-DEL-RICCO-EPULONE--Jacopo-e-Leandro-dal-Ponte-detti-Bassano-1578-1580-olio-u-tela-CMYK“La Quaresima – scrive Bergoglio – è un nuovo inizio, una strada che conduce verso una meta sicura: la Pasqua di risurrezione, la vittoria di Cristo sulla morte. E sempre questo tempo ci rivolge un forte invito alla conversione: il cristiano è chiamato a tornare a Dio ‘con tutto il cuore’ (Gioele 2,12), per non accontentarsi di una vita mediocre, ma crescere nell’amicizia con il Signore…

La Quaresima è il momento favorevole per intensificare la vita dello spirito attraverso i santi mezzi che la Chiesa ci offre: il digiuno, la preghiera e l’elemosina. Alla base di tutto c’è la Parola di Dio, che in questo tempo siamo invitati ad ascoltare e meditare con maggiore assiduità. In particolare, qui vorrei soffermarmi sulla parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (Lc 16,19- 31)”.

La scena descritta nel Vangelo “risulta ancora più drammatica se si considera che il povero si chiama Lazzaro: un nome carico di promesse, che alla lettera significa ‘Dio aiuta’. Perciò questo personaggio non è anonimo, ha tratti ben precisi e si presenta come un individuo a cui associare una storia personale. Mentre, per il ricco, egli è come invisibile, per noi diventa noto e quasi familiare, diventa un volto; e come tale, un dono, una ricchezza inestimabile, un essere voluto, amato, ricordato da Dio, anche se la sua concreta condizione è quella di un rifiuto umano.

Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto”.

Sul versante opposto, la parabola “è impietosa nell’evidenziare le contraddizioni in cui si trova il ricco. Questo personaggio, al contrario del povero Lazzaro, non ha un nome, è qualificato solo come ‘ricco’. La sua opulenza si manifesta negli abiti che indossa, di un lusso esagerato… Dice l’apostolo Paolo che ‘l’avidità del denaro è la radice di tutti i mali’ (1Tm 6, 10). Essa è il principale motivo della corruzione e fonte di invidie, litigi e sospetti. Il denaro può arrivare a dominarci, così da diventare un idolo tirannico (cfr. Evangelii gaudium, 55)… Guardando questo personaggio, si comprende perché il Vangelo sia così netto nel condannare l’amore per il denaro: ‘Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza’ (Mt 6,24)”.

Proseguendo nella lettura della parabola, che si addentra fin dopo la morte dei due protagonisti, “emerge il vero problema del ricco: la radice dei suoi mali è il non prestare ascolto alla Parola di Dio; questo lo ha portato a non amare più Dio, e quindi a disprezzare il prossimo. La Parola di Dio è una forza viva, capace di suscitare la conversione nel cuore degli uomini e di orientare nuovamente la persona a Dio. Chiudere il cuore al dono di Dio che parla ha come conseguenza il chiudere il cuore al dono del fratello…

Lo Spirito santo ci guidi a compiere un vero cammino di conversione, per riscoprire il dono della Parola di Dio, essere purificati dal peccato che ci acceca e servire Cristo presente nei fratelli bisognosi. Incoraggio tutti i fedeli a esprimere questo rinnovamento spirituale anche partecipando alle campagne di Quaresima che molti organismi ecclesiali, in diverse parti del mondo, promuovono per far crescere la cultura dell’incontro nell’unica famiglia umana. Preghiamo gli uni per gli altri affinché, partecipi della vittoria di Cristo, sappiamo aprire le nostre porte al debole e al povero. Allora potremo vivere e testimoniare in pienezza la gioia della Pasqua”.