Il Natale del Vescovo

Ha portato gli auguri ai detenuti e ai malati. A Natale li porterà a tutti da Rai 1 a nome dell'intera Chiesa

Ci sono molti modi di prepararsi al Natale. C’è quello della folla festosa che riempie i negozi scintillanti alla ricerca di un regalo per le persone amate, c’è quello di chi sceglie di partecipare agli incontri di preghiera, veglie penitenziali per le confessioni e ritiri spirituali proposti nelle parrocchie o dai molti gruppi e associazioni che vivono in diocesi. C’è, potremmo dire, il “modo” che è del Vescovo quale pastore di una comunità grande e varia. Lui è invitato, atteso, ascoltato. In ciascuna occasione porta una parola che è sempre la stessa ma cambia anche e assume accenti diversi secondo dove viene pronunciata.

Il calendario di mons. Chiaretti, prima di Natale è fitto di incontri. Tra tutti spiccano le celebrazioni eucaristiche e le visite in luoghi privilegiati: all’istituto “Don Guanella” dove gli ospiti hanno preparato il presepe vivente; all’ospedale Silvestrini dove ha celebrato la messa per operatori sanitari e malati; nelle case dei sacerdoti anziani o malati cui porta il conforto del Pastore. Infine, ma non ultimo, il carcere femminile e maschile di Capanne in cui, accanto ai detenuti, vive la polizia penitenziaria e dove entrano volontari e operatori di cooperative sociali portando, tra l’altro, progetti che guardano al momento in cui le persone usciranno dal carcere e aiutano a dare un senso alle giornate. Di questi progetti il Vescovo ha, per così dire, portato fuori dalle mura il frutto, scegliendo di inserire nel pacco dono offerto ai dipendenti e collaborotari di curia, i biscotti prodotti artigianalmente dalla cooperativa sociale Gulliver presso la Casa circondariale di Perugia.

Nel suo calendario c’è un’attenzione particolare agli “ultimi” e ai sofferenti, che ha la stessa origine dell’iniziativa da lui voluta per il giorno di Natale: il pranzo con i poveri, in cattedrale, preparato dalla Caritas con l’aiuto di volontari che scelgono di dedicare agli altri questo giorno tradizionalmente vissuto in famiglia, servendo a tavola o lavorando in cucina. Ovunque l’Arcivescovo porta l’annuncio della buona Notizia. “Dobbiamo – ha scritto nella lettera di collegamento quindicinale con parroci religiosi e operatori pastorali Nuntium Perusinum – illuminare, e con forza, questo momento incredibile e irripetibile della storia, in cui, come dice l’apostolo Giovanni, Lògos sarkon eghéneto, Verbum caro factum est. Tre semplici parole che hanno cambiato la storia, la religione, la cultura degli uomini, e che ci chiedono una fede lucida e coriacea. Invochiamola questa fede nel tempo di Natale perché illumini la buia notte del relativismo qualunquistico, acido e senza futuro, che ci umilia e non consente a molti di alzare lo sguardo oltre le scarpe e di intravvedere la luce della speranza”.

“Sì, buon Natale, carissimi. – conclude – In particolar modo buon Natale a chi soffre, perché la fede e la solidarietà dei buoni rendano meno grave la loro tribolazione”. E quest’anno mons Chiaretti non si limita a raggiungere i confini della sua diocesi ma darà voce a tutta la Chiesa italiana quando (il 24 alle 11.45) porterà gli auguri di Natale ai telespettatori di Rai Uno, prima della Messa di mezzanotte trasmessa dalla basilica di San Pietro in Vaticano.

AUTORE: Maria Rita Valli