Il prete che gioca in Nazionale

CSI CITTÀ DI CASTELLO. Intervista al consulente ecclesiastico don Paolo Bruschi
Foto di gruppo con don Paolo Bruschi (al centro)
Foto di gruppo con don Paolo Bruschi (al centro)

Il Centro sportivo italiano è radicato in tutta l’Umbria. Tutti i più importanti Comuni della regione hanno il proprio comitato Csi. A “nord”, sicuramente tra i più attivi, c’è quello di Città di Castello, che ogni anno promuove molte iniziative e progetti, riuscendo così a coinvolgere un ampio numero di giovani. Guidato dal presidente Marco Fiorelli, il comitato tifernate si avvale della presenza e del supporto, soprattutto spirituale, di don Paolo Bruschi. Ordinato sacerdote il 22 aprile 2007, ricopre la carica di consulente ecclesiastico Csi da quattro anni e spiega così il motivo per cui la scelta sia caduta su di lui: “Sono stato sempre nel mondo dello sport, sia prima che dopo la mia ordinazione, e ho sempre praticato attività anche a livello agonistico. Ho disputato tutti i vari campionati calcistici dilettantistici, dalla terza categoria fino all’Eccellenza. Anche da parroco ho continuato a giocare a calcio e sono entrato a far parte della Nazionale italiana sacerdoti, sorta a scopo benefico. Il mio ingresso nel Centro sportivo è avvenuto grazie a personaggi come, ad esempio, Sergio Signorelli, che mi hanno proposto, visti i miei trascorsi, come successore di don Bruno Bartoccini, scomparso prematuramente”. Don Paolo si è poi soffermato sull’importanza e sul ruolo che il Centro sportivo italiano riveste nella società e all’interno della Chiesa: “Il Csi può e deve saper creare momenti importanti, non solo sportivi, ma anche aggregativi. Ma, allo stesso tempo, è anche importante che la Chiesa abbia al suo interno un’associazione che promuova e sostenga l’attività sportiva non solo come mezzo di socializzazione ma, anche e soprattutto, come veicolo del messaggio cristiano. Nelle attività che proponiamo cerchiamo di valorizzare lo sport senza però mai tralasciare i rapporti interpersonali. Non dobbiamo mai dimenticare che far parte del Csi significa crescere di pari passo fisicamente, spiritualmente e umanamente”.

Ha poi parlato del Comitato tifernate, dei suoi componenti e delle sue numerose attività. “In questi quattro anni ho trovato una bella realtà, molto attiva e propositiva. Ciò rispecchia in pieno la personalità di coloro che dedicano quotidianamente il proprio tempo al Centro sportivo: il Comitato, nel suo insieme, dal presidente Marco Fiorelli fino a tutti i consiglieri, è composto da gente molto in gamba e volenterosa. Per quanto riguarda le nostre attività, il fiore all’occhiello è il torneo di pallavolo ‘Francesca Fabbri’ che ogni anno, dal 27 al 30 dicembre, coinvolge moltissime atlete, dai 12 anni in su, provenienti da tutta Italia e, talvolta, anche da alcune nazioni europee, con un unico scopo: competere ma sempre in amicizia. Tengo a precisare – prosegue don Bruschi – che un altro traguardo tagliato dal Csi tifernate è l’apertura della nuova sede. È ubicata in un luogo che per Città di Castello rappresenta il fulcro dell’attività sportiva. Nelle vicinanze, infatti, troviamo anche il palazzetto e la pista d’atletica. Finalmente abbiamo il luogo giusto per lavorare: ciò che progettiamo può, infatti, ora essere messo in pratica concretamente negli spazi antistanti la nostra ‘casa’. Ritengo possa essere un ottimo punto di partenza per l’evoluzione del nostro Comitato”. Il consulente ecclesiastico allo stesso tempo ha suggerito uno “stimolo” al Comitato, senza escludere se stesso: “Il lavoro svolto è sicuramente positivo e soddisfacente, ma tutti quanti, me compreso, dobbiamo e possiamo fare meglio. A volte, ad esempio, facciamo fatica a far partire nuovi progetti nelle parrocchie, e ciò avviene perché i ragazzi, così come peraltro i sacerdoti, sono impegnati in tante altre attività, non semplici da conciliare. Anch’io, personalmente, potrei fare molto di più, incentivando, di tanto in tanto, alcuni incontri per programmare l’attività, oppure sollecitando momenti di preghiera e di riflessione. Tutte cose che potrebbero aiutare a cementare la coesione all’interno del nostro Comitato”.

AUTORE: Michele Mencaroni