Il problema non è la Costituzione

Ci risiamo con le proposte di riforme costituzionali. Adesso si parla del modello francese (detto semi-presidenziale). Chiedo scusa se mi ripeto; l’ho detto più volte ma continuo a pensarlo: le riforme costituzionali sono un falso problema. O, se volete, una falsa soluzione. Il problema vero è l’incapacità dei partiti di fare buona politica; o peggio, l’incapacità del popolo italiano, nel suo insieme, di esprimere una classe dirigente all’altezza della situazione. Le individualità ci sono, in alto e in basso; quello che manca è “il collettivo”, un costume civile forte e condiviso. Prendiamo a paragone tre Paesi vicini a noi: la Francia, la Gran Bretagna e la Germania. I loro sistemi costituzionali ed elettorali sono radicalmente diversi tra loro. La Francia elegge con voto popolare un Presidente della Repubblica che è anche il vero Capo dell’esecutivo. La Gran Bretagna ha un sovrano ereditario, che politicamente non conta nulla. La Germania ha un Capo dello Stato simile al nostro, che non governa, non è eletto dal popolo e ha un’autorità più che altro morale. Ma funzionano tutti bene, e non sentono il bisogno di copiarsi a vicenda.

Noi vogliamo copiare i francesi? Bene. Ma in Francia, due mesi fa, un ministro si è dimesso a furor di popolo perché accusato – non condannato – di frode fiscale per aver tenuto un conto bancario, uno, in un paradiso fiscale. Vogliamo copiare i tedeschi? In Germania un ministro si è dimesso perché si è scoperto che la sua tesi di laurea era – in parte – copiata. E in un caso e nell’altro dimettersi vuol dire uscire dalla politica per sempre. Non parliamo del presidente americano Clinton, che rischiò di essere destituito per aver detto una bugia, una, su un fatterello molto privato. Meglio non fare confronti, vero? Dunque, quali differenze contano di più: quelle della cosiddetta “ingegneria costituzionale” o quelle della cultura politica e civile della popolazione? La legge elettorale, quella sì, va cambiata, perché è intrinsecamente truffaldina e non garantisce nemmeno la governabilità. Ma per il resto, non c’è nessuna fretta di cambiare.

AUTORE: Pier Giorgio Lignani