Il rettore Bistoni: “La crisi? La prendo come fece Einstein”

Università di Perugia. L’inaugurazione ufficiale dell’705° anno accademico
I Presidi delle Facoltà insieme ai loro migliori studenti, al centro il Rettore

Quando ha annunciato che questo è l’ultimo anno del suo rettorato e della sua carriera universitaria come docente ordinario, il magnifico rettore Francesco Bistoni ha avuto un attimo di commozione appena trattenuta mentre ringraziava tutti coloro che hanno collaborato in varia maniera con lui in questi anni di intenso e difficile lavoro, e gli sono stati vicini, prima di tutto la famiglia, sua moglie e i suoi due figli.

Questi accenni hanno dato un carattere di umanità ad una relazione puntigliosa e severa nella quale Bistoni ha voluto, come fa da anni, ricordare che l’Università è una realtà che dovrebbe essere sostenuta dalle istituzioni pubbliche e private con maggiore convinzione e impiego di risorse ed energie, e da tutti i cittadini, considerando che dalla ricerca, dalla sua efficacia e dall’innovazione che produce dipende lo sviluppo del Paese. Il discorso di Bistoni, pur descrivendo la situazione di crisi generale del nostro Paese e di trasformazione generale della società europea e mondiale, ha delineato un quadro dettagliato sullo stato di salute dell’Ateneo perugino. Il suo discorso è stato improntato a fiducia ed ha lanciato come una sfida servendosi delle parole di Albert Einstein che, parlando di crisi, affermava che è un’occasione in cui si misurano il coraggio e la capacità dell’uomo.

Di difficoltà e di crisi hanno parlato anche il rappresentante dei tecnici amministrativi e degli studenti. È stato anche quest’anno Alessandro Tassi a svolgere il discorso a nome degli studenti, ed anche quest’anno ha fatto un’analisi della condizione giovanile colpita dalla disoccupazione, dalla difficile congiuntura economica, e soprattutto dalla decadenza del senso di responsabilità e di moralità, che ha ceduto il posto alla ricerca unica del proprio utile. Ha lanciato poi un appello, ad ognuno singolarmente, a impegnarsi da subito, ripetendo con enfasi: “Se da domani un professore… se da domani uno studente… se da domani… allora insieme avremo dato a questo giorno un’anima.”

Un’anima ha cercato di darla alla giornata dell’inaugurazione dell’anno accademico soprattutto la celebrazione della messa presieduta dal vescovo delegato per l’educazione la scuola e l’Università, mons. Domenico Sorrentino, con la partecipazione delle autorità accademiche, l’animazione del Coro dell’Università e la concelebrazione di don Riccardo Pascolini, direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale universitaria, il sottoscritto, cappellano della chiesa dell’Università, padre Paolo Zampollini, e don Mauro Pesce.

È il 54° anno che l’inaugurazione prende il via prima della cerimonia ufficiale, nella chiesa dell’Università, dove trova il luogo di comunione e la fonte dell’azione pastorale la complessa realtà universitaria, composta da docenti, studenti, amministrativi e delle tante persone che con l’Università hanno avuto rapporti di vario genere. L’Università, infatti, è, anche dal punto di vista religioso e pastorale, un grande mondo in continua evoluzione e in continua rigenerazione, che costituisce un ciclo vitale che merita di essere seguito e accompagnato. Le letture della messa e l’omelia del vescovo Sorrentino sulla Sapienza hanno contribuito a dare un senso unitario allo studio e alla ricerca che si svolgono nelle diverse discipline universitarie e alle sue diverse componenti.

La lectio magistralis tradizionale è stata fatta dal prorettore uscente, prof. Antonio Pieretti, che ha trattato un tema classico della filosofia “Perché filosofare”.

Un momento non secondario di tutta la lunga mattinata – nella quale spiccava la vistosa assenza del ministro Profumo – è stato quello della premiazione di alcuni studenti, uno o due per facoltà, che si sono laureati quest’anno con il massimo dei voti. Alla fine Gaudeamus igitur, iuvenes dum sumus…

I premiati e gli incontri con le istituzioni

L’inaugurazione è stata aperta dal corteo delle rappresentanze delle 11 facoltà guidate dai rispettivi presidi; in testa il rettore Bistoni insieme a Stefania Giannini, rettore dell’Università per Stranieri, ed Elda Gaino, pro rettore dell’ateneo. La prolusione del prof. Antonio Pieretti era incentrata sul tema “Perché filosofare”. Al termine della cerimonia si è svolta la consegna dei riconoscimenti ai migliori laureati di ciascuna facoltà: Simone Di Mauro (Agraria), Giorgia Eugaddi (Economia), Bruno Cerra (Farmacia), Andrea Baglioni (Giurisprudenza), Gabriele Costante, Cristina Brunelli (Ingegneria), Giuseppe De Bartolis, Marco Viscomi (Lettere), Elena Laurenti (Medicina e chirurgia), Giovanni Topi (Medicina veterinaria), Laura Rosi (Scienze della formazione), Alberto Bucci, Michele Mattiacci (Matematica), Noemi Bruno (Scienze politiche). Al termine il Senato accademico, come tradizione, si è recato a far visita al Sindaco a palazzo dei Priori. Boccali ha ringraziato Bistoni “per quanto ha fatto e perché si è rapportato con le istituzioni con onestà intellettuale”. Infine, ricevutimento a palazzo Donini. Il rettore e la presidente Marini hanno sottolineato l’importanza e la positività delle relazioni tra l’Università e la Regione e la cooperazione che tra i due enti si è sviluppata soprattutto in questi ultimi tempi, per garantire la centralità dell’ateneo nei percorsi di formazione e di ricerca scientifica, anche in relazione al sistema delle imprese.

AUTORE: Elio Bromuri