Il Sinodo “riparte” con 46 domande sulla famiglia

SINODO DEI VESCOVI. I lavori del post-assemblea, in preparazione al 2015
I vescovi riuniti durante il Sinodo straordinario sulla famiglia
I vescovi riuniti durante il Sinodo straordinario sulla famiglia

Il Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia (5-19 ottobre) era stato preceduto da un Questionario inserito nel documento preparatorio, e ora si prepara alla celebrazione finale promuovendo ancora una volta “un’ampia consultazione sulla famiglia”. È la novità dei Lineamenta della 14a Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si svolgerà dal 4 al 25 ottobre 2015 sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Al centro dei Lineamenta sta la Relatio Synodi con cui si è conclusa la prima fase. “Lasciarsi guidare dalla svolta pastorale che il Sinodo straordinario ha iniziato a delineare, radicandosi nel Vaticano II e nel magistero di Papa Francesco”: è l’invito che precede le domande di approfondimento della terza parte della Relatio Synodi, dove sono affrontati anche i temi che hanno monopolizzato l’attenzione dell’opinione pubblica: matrimoni civili, convivenze, divorziati risposati, persone con tendenza omosessuale. Per fronteggiare adeguatamente le sfide poste da tali situazioni, ci vuole “una pastorale retta dall’arte dell’accompagnamento”, come indica il Papa nella Evangelii gaudium. Chiese particolari e istituzioni accademiche, organizzazioni e aggregazioni laicali dovranno far giungere i risultati della consultazione alla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi entro il 15 aprile 2015, in modo da rendere possibile la pubblicazione dell’Instrumentum laboris prima dell’estate. Le 46 domande appena pubblicate vogliono essere una riflessione su come “ripartire dalla famiglia” per “annunciare con efficacia il nucleo del Vangelo”, come si legge nei Lineamenta, in cui si ricorda che il cammino tracciato dal Sinodo straordinario “è inserito nel più ampio contesto ecclesiale” indicato dalla Evangelii gaudium. Partire cioè dalle “periferie esistenziali”, con una pastorale contraddistinta dalla “cultura dell’incontro”, capace di “riconoscere l’opera libera del Signore anche fuori dai nostri schemi consueti” e “assumere, senza impaccio”, le sembianze – come ha detto il Papa – di un “ospedale da campo”.

Fonte: Sir

 

Quali soluzioni di fronte alle nuove sfide?

I principali temi che emergono dalle 46 domande proposte dai “Lineamenta” ai Vescovi sul tema famiglia
La prima delle 46 domande sulla famiglia che dovranno ‘traghettare’ la riflessione dalla prima alla seconda fase del Sinodo dei vescovi chiede: “La descrizione della realtà della famiglia presente nella Relatio Synodi corrisponde a quanto si rileva nella Chiesa e nella società di oggi?”.

Attenzione ai “lontani”. “In quale proporzione, e attraverso quali mezzi, la pastorale familiare ordinaria è rivolta ai lontani?” prosegue una delle domande relative alla prima parte della Relatio. L’obiettivo è valorizzare il “desiderio di famiglia” presente anche in chi “è coinvolto in situazioni di famiglie non corrispondenti alla visione cristiana”. “Tra i non battezzati quanto è forte la presenza di matrimoni naturali, anche in relazione al desiderio di famiglia dei giovani?”.

La minaccia è quella del “relativismo culturale” e “conseguente rigetto, da parte di molti, del modello di famiglia formato dall’uomo e dalla donna uniti nel vincolo matrimoniale e aperto alla procreazione”.

Per reagire alle “contraddizioni culturali” odierne bisogna chiedersi quali siano, “oltre all’annuncio e alla denuncia, le modalità scelte per essere presenti come Chiesa accanto alle famiglie nelle situazioni estreme”, quali le “strategie educative per prevenirle”, e “che cosa si può fare per rafforzare le famiglie credenti, fedeli al vincolo”.

Famiglie ferite. “Senza sminuire il valore dell’ideale evangelico, bisogna accompagnare con misericordia e pazienza le possibili tappe di crescita delle persone che si vanno costruendo giorno per giorno”. È il n. 44 della Evangelii gaudium a fornire le coordinate per lo “sguardo” della Chiesa verso le famiglie “ferite e fragili”, di cui si parla nella seconda parte della Relatio Synodi, per rispondere alla domanda su “quale sguardo deve rivolgere la Chiesa ai cattolici che sono uniti solo con vincolo civile, a coloro che ancora convivono, e a coloro che dopo un valido matrimonio si sono divorziati e risposati civilmente”.

“Consapevoli degli evidenti limiti e delle imperfezioni presenti in così diverse situazioni, i Padri hanno assunto positivamente la prospettiva indicata da Papa Francesco”, si ricorda nel testo. Si esortano quindi le Chiese locali a interrogarsi su “come aiutare a capire che nessuno è escluso dalla misericordia di Dio, e come esprimere questa verità nell’azione pastorale della Chiesa verso le famiglie, in particolare quelle ferite e fragili”.

Tra le domande contenute nei Lineamenta, quella su “come rendere più accessibili e agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità” matrimoniale. “La pastorale sacramentale nei riguardi dei divorziati – si legge ancora – necessita di un ulteriore approfondimento, valutando anche la prassi [della Chiesa] ortodossa e tenendo presente la distinzione tra situazione oggettiva di peccato e circostanze attenuanti”.

Quanto alla “cura pastorale delle persone con tendenza omosessuale”, secondo i Lineamenta, “pone oggi nuove sfide, dovute anche alla maniera in cui vengono socialmente proposti i loro diritti”.

Ecologia del generare. “Come promuovere il dialogo con le scienze e le tecnologie biomediche in maniera che venga rispettata l’ecologia umana del generare?” è poi la domanda dei Lineamenta relativa alla parte della Relatio in cui si affronta il tema della trasmissione della vita e della sfida della denatalità, citando l’Humanae vitae di Paolo VI.

Si chiede un asame di coscienza anche su “come la Chiesa combatte la piaga dell’aborto”.

Sul piano socio-politico, le comunità ecclesiali sono esortate a essere coraggiose “nella proposta di soluzioni valide” per promuovere una maternità e paternità “generosa”, incoraggiando anche all’adozione e all’affido, e promuovendo “la cura e il rispetto dei fanciulli”.