Il sogno di Nina diventa realtà

La storia di una ragazza accolta nella “Casa San Vincenzo”
Nina e la sua piccola con le suore Figlie della Carità
Nina e la sua piccola con le suore Figlie della Carità

A “Casa San Vincenzo” c’è una giovane del Camerun con la sua bambina. Sono Nina Tchamba Talla, di religione cristiana, e la figlia, Nathanaelle (nome non casuale), arrivate lì la Vigilia di Natale.

“Erano da poco passate le diciotto dello scorso 24 dicembre, – raccontano le Figlie della Carità – quando Nina e la sua piccola Nathanaelle, nata due giorni prima, sono entrate nella nostra casa, accompagnate da una volontaria della Caritas subito dopo essere state dimesse dall’Ospedale…

È stata una bella sorpresa per tutta la comunità, che ha accolto mamma e figlia come un dono di Dio giunto alla Vigilia di Natale, ricevuto con tanta gioia e riconoscenza”.

A segnalare il “caso” di Nina sono stati i Servizi sociali del Comune di Perugia, che seguivano Nina fin da quando dimorava in una struttura universitaria di accoglienza.

Dopo aver dato alla luce Nathanaelle, Nina aveva necessità di essere accompagnata giorno per giorno in questa nuova fase della sua vita e la “Casa San Vincenzo” è l’ambiente che meglio si prestava a questo tipo di aiuto.

Le Figlie della Carità, con il sostegno della Caritas, per questa giovane ospite e la sua bambina hanno pensato un “progetto di vita” attraverso il quale Nina ha potuto completare, a pieni voti, gli studi universitari senza rinunciare a tenere la bambina con sé.

Nina ha trovato nella “Casa San Vincenzo” il sostegno morale e materiale per realizzare un suo sogno, quello di conseguire la Laurea magistrale in “Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo”, dopo aver conseguito la triennale in “Comunicazione internazionale” nel 2012, sempre presso l’Università di Perugia e in Camerun la laurea in Lingue.

Nina parla correttamente il francese, l’inglese e l’italiano ed ha una discreta conoscenza del tedesco e dello spagnolo. È giunta a Perugia nel 2009 per approfondire i suoi studi accademici e lo scorso 15 aprile nella discussione della tesi ha richiamato l’attenzione dell’intera commissione di laurea nell’illustrare lo “Studio dell’immagine della violenza nelle opere ‘I dannati della terra’ di Frantz Fanon e ‘Sulla violenza’ di Hannah Arendht”, sviluppando il filone storico e filosofico dei due autori, in particolare prendendo in esame le loro “tesi” contrapposte e, nel contempo, complementari sul tema della pace.

“Difronte a polemiche e differenze di pensiero e scontri ideologici – evidenzia la dottoressa Nina Tchamba Talla – bisogna sempre usare la parola, quindi il dialogo, e non la violenza. La pace è molto manipolabile, fragile e prima di proporla occorre averla internamente. Si parte dal livello personale per raggiungere la collettività e la società più ampia”.

L’obiettivo di Nina è quello di contribuire al “riscatto culturale” delle donne del suo Paese. E lo vuole fare ritornando in Camerun, insegnando all’Università e per questo ora il suo desiderio è quello di poter proseguire gli studi in Italia, possibilmente a Perugia, cercando di ottenere il Dottorato di ricerca.

Nina sa che non sarà facile, però la speranza è tanta. In Italia non ha solo studiato, ha svolto attività sia di volontariato per disabili, a Piacenza, che di interprete e traduttrice, a Perugia.

A Nina abbiamo chiesto perché ha scelto il nostro Paese per raggiungere il suo obiettivo. “In Camerun ho conosciuto e frequentato il movimento dei Focolari di Chiara Lubich – risponde –, un’esperienza che mi ha incoraggiato a venire in Italia per studiare le materie delle relazioni internazionali, in quanto con i Focolarini ho conosciuto le realtà delle ONG”.

Nina, che ha scritto la tesi di laurea tra le mura di “Casa San Vincenzo” mentre le Figlie della Carità l’aiutavano a prendersi cura della sua Nathanaelle, ha da poco iniziato uno stage, presso un’azienda locale, promosso dall’Università di Perugia per l’“Attrazione di talenti stranieri per la promozione del marchio italiano all’estero”.

E questo stage, per lei molto importante professionalmente, può farlo grazie ancora al sostegno morale e materiale che “Casa San Vincenzo” e la Caritas diocesana le stanno fornendo, rientrando – come accennato all’inizio – in quel “progetto di vita” pensato per Nina, che non si stanca di dire “grazie” a chi le ha dato dato l’opportunità di realizzare il suo sogno.

 

AUTORE: Riccardo Liguori