Il vescovo di Assisi, Sorrentino, racconta “a caldo” le emozioni di una lunga e intensa giornata con il Papa

papa Francesco e mons Domenico Sorrentino“Tutti i momenti e i luoghi dell’intensa giornata di ieri mi sono rimasti nel cuore, a cominciare dall’incontro al Serafico. Ma le cose che mi hanno colpito di più sono state quelle che non sono passate sui video. Un episodio per me davvero impressionante è stato quando il Papa è stato avvicinato da un uomo che, fendendo la folla per raggiungerlo, è corso a dirgli: ‘Mi sono convertito con la tua bontà’, e si è gettato ai suoi piedi. Una confessione pubblica di fede: mi è sembrata una pagina del Vangelo riscritta oggi”. Lo racconta l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di  Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, intervistato dall’Agenzia Sir ieri al termine dell’intensa giornata con Papa Francesco che lo ha chiamato “il mio fratello Domenico”.

La visita di Papa Francesco ha superato “ogni aspettativa” e mons. Sorrentino ha “toccato con mano” il segreto di Papa Francesco. “È un uomo che vive di Dio e sa stabilire rapporti, sa rendere buono il contatto con le persone, sa parlare a distanza. Le persone ne hanno bisogno: il suo popolo ha un bisogno anche fisico di lui, di toccarlo, di accarezzarlo. Sono rimasto molto colpito da questo aspetto. Del resto, il Vangelo ci dice questo: le persone seguivano Gesù, spesso lo tallonavano, cercavano il contatto con lui. Papa Francesco ha mostrato come bisogna stare di fronte a questo popolo, e lo ha fatto soprattutto con le persone più deboli, con i poveri, i malati, i disabili: più le persone si presentano davanti a Papa Francesco con il volto sofferente, più lui si sente quasi rapito da loro”.

Un riscontro lo ha avuto anche a Santa Maria degli Angeli. “A caldo” ha sentito “molte signore che sono rimaste davvero impressionate dall’invito del Papa a non stirare più le camicie dei figli: è stato un modo davvero personalissimo del Santo Padre di affrontare il tema della maturità dei figli, ma anche delle madri”.  “Papa Francesco – conclude Sorrentino – ha questa straordinaria capacità di passare dai grandi temi alle applicazioni concrete: si fa ascoltare dalla gente, e dopo ‘tornare come prima’ è difficile. Dobbiamo imparare a parlare così: Gesù, ci dice il Vangelo, parlava in questo modo, era un testimone che si faceva capire”.

(Il testo dell’intervista su www.agensir.it)