Il Vescovo “sentitevi alunni e discepoli dello Spirito santo”

Mons. Pellegrino Tomaso Ronchi ha presieduto in cattedrale la veglia di Pentecoste

Sabato scorso mons. Pellegrino Tomaso Ronchi ha presieduto nella Cattedrale di Città di Castello la solenne veglia di Pentecoste. Assieme al Vescovo hanno concelebrato diversi sacerdoti della diocesi assieme ai diaconi e ai fedeli, rappresentanti anche di gruppi, movimenti, associazioni; tutti erano lì per esprimere la comunione ecclesiale con il Vescovo nell’unità di un solo Spirito in occasione della Pentecoste, la festa dello Spirito santo. Durante l’omelia mons. Ronchi ha richiamato alla mente i protagonisti sempre presenti nella liturgia durante tutto il tempo di Pasqua: Gesù, il Padre, lo Spirito santo e i discepoli. “Siamo invitati – ha detto il Vescovo – a non confinare il pensiero dello Spirito santo ad una sola domenica dell’anno. Anche la Pentecoste ha bisogno, infatti, di un tempo d’attesa e di preparazione che ci renda pronti ad accogliere, quando verrà, questo ‘massimo dono di Dio'”. La Pentecoste appare come una continuazione del mistero pasquale: Gesù si sottrae ai suoi “secondo la carne”, ma per rimanere con essi “secondo lo Spirito”. Con quali caratteristiche si presenta lo Spirito santo? “Lo Spirito Santo – ha ricordato mons. Ronchi – è contemplato ora nella sua vita intima della Trinità, come Colui che procede dal Padre e dal Figlio e costituisce l’ineffabile comunione tra il Padre e il Figlio; ora nella vita del credente in cui prenderà dimora, diventando luce, consolazione e maestro interiore; ora nella vita della Chiesa nella quale sarà la testimonianza vivente di Gesù, la guida interiore nella scoperta della piena verità e la forza per opporsi al mondo cattivo, convincendolo di peccato”. Allo Spirito santo, “atteso” durante la veglia di Pentecoste, sono attribuite con particolare insistenza tre qualità: Egli è dono, è comunione, è gioia. Esso – ha detto il Vescovo – “è il grande dono, unico, immenso ‘Dono’ che, cadendo sulla Chiesa, si esprime in tanti doni diversi che sono i carismi, come la luce che, a seconda dei corpi sui quali piove, suscita colori diversi”. Il “Dono unico” si divide in tanti doni per tornare a ricomporsi in unità nella Chiesa per la quale tutti i doni sono dati. Lo Spirito Santo è anche “comunione del Padre e del Figlio tra di loro e l’origine di ogni comunione e di ogni comunità. È proprio per questo motivo trinitario che Egli è anche comunione tra tutti noi e Dio”. Lo Spirito santo è pure gaudio, gioia. Egli è il Consolatore e, come afferma la Scrittura, porta come frutti l’amore, la gioia e la pace. Mons. Pellegrino Tomaso Ronchi ha invitato tutti i presenti a sentirsi “alunni e discepoli dello Spirito santo per imparare le cose di Dio e fare ciò che da soli non possiamo, umilmente consapevoli dei nostri limiti e delle nostre incapacità”. La certezza della presenza dello Spirito santo deve far sì che ognuno affronti con serenità tutte le difficoltà della vita e viva con impegno la vocazione all’apostolato. Rivolgendosi ai giovani il Vescovo li ha invitati a sfruttare il momento di grazia della Pentecoste: “entrate nell’intimità della vostra coscienza e cercate di comprendere, alla luce dello Spirito santo, quale sia il progetto del Padre per ciascuno di voi”. Una volta fatta questa scoperta mons. Ronchi li ha esortati a “spalancare il cuore in un gioioso, fiducioso e sincero abbandono alla volontà divina”. Durante la Veglia di Pentecoste mons. Ronchi ha conferito il ministero straordinario dell’Eucarestia a suor Celine Kunnel, suor Sergia Azarcon, Matteo Alunni, della Parrocchia della Cattedrale, a Marisa Borchiellini Conti della parrocchia di Santa Veronica “La Tina”, a Monia Scalzeggi e Massimo Tambaro della comunità parrocchiale di Santa Maria Maggiore.

AUTORE: Francesco Mariucci