In attesa di Francesco. Gli umbri e l’omaggio al loro santo che è Patrono d’Italia

Il 3 e 4 ottobre i 92 sindaci e presidenti di Regione e di Provincia, con gli otto vescovi, rendono omaggio al patrono a nome di tutti gli italiani

santa-maria-deli-angeli-assisi-porziuncolaQuest’anno a rappresentare i Comuni d’Italia nell’offerta dell’olio per la lampada votiva per San Francesco, Patrono d’Italia, è la Regione Umbria che pertanto si recherà, rappresentanze delle Istituzioni e fedeli, in pellegrinaggio alla Porziuncola, alla Cappella del Transito e alla Tomba che conserva il corpo del Poverello.

La venuta ad Assisi di papa Francesco proprio il 4 ottobre ha messo in secondo piano nella attenzione della gente il fatto dell’offerta dell’olio e del pellegrinaggio popolare secondo a tradizione diffusa e affermata che riesce a muovere folle di pellegrini dalle regioni d’Italia.

Per l’Umbria è come fare un pellegrinaggio rimanendo in casa, perché Assisi e san Francesco per gli umbri sono familiari e spesso visitati. Si aggiunga che molte città e paesi hanno ricordi e tracce di passaggi di san Francesco. E tuttavia questa occasione dovrebbe essere vissuta in modo deguato per prendere coscienza della grande responsabilità che si assume con questo omaggio devozionale al Patrono d’Italia. Ciò significa che anche questa regione, con il suo santo, deve sentirsi convintamente impegnata a promuovere l’attaccamento alla patria, nella convinzione che ciò possa essere scevro di nazionalismo e patriottismo retorico e fatuo.

Un richiamo ad amare il proprio Paese di cui gli italiani sono i più critici e denigratori. Abbiamo fatto la fortuna cinematografica descrivendo ed anche esasperando e facendo circolare nel mondo i nostri vizi e le nostre miserie, fatte oggetto di riso e di sarcasmo. Tra l’orgoglio e il disprezzo della propria nazione si dovrebbe trovare la giusta misura della dignità e del risptto dei nostri avi, delle nostre opere d’arte, del genio italico e non scambiare l’Italia di Leonardo e Dante con l’Italia della mafia, camorra e nefandezze varie fino al bunga bunga.

L’Umbria con i suoi 92 comuni, due province, otto diocesi, con tutte le sue realtà produttive deve rendere omaggio al santo che oltre ad essere patrono spirituale, rende famosa nel mondo la nostra terra e produce anche un fatturato di grande rilievo nell’ambito del turismo religioso.

San Fancesco pur non essendo conosciuto come un taumaturgo che opera miracoli e guarigioni attrae moltitudini di fedeli che non si stancano mai di risentire sempre come nuova la meravigliosa leggenda francescana. Questo per gli umbri è il senso dell’offerta dell’olio.

L’Umbria francescana

Sabato 28 settembre (ore 10.30), presso il salone d’onore di Palazzo Donini viene presentato il volume Umbria. T0erra francescana, a cura di Andrea Maiarelli (Edizioni Porziuncola). La pubblicazione ha lo scopo di mostrare come il Francescanesimo non abbia nell’Umbria solo la propria culla, ma come l’eredità di fede, cultura e arte lasciata da Francesco d’Assisi operi ancora nella società attuale. Interverranno: Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, mons. Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu, il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, Andrea Maiarelli, curatore del volume.

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AUTORE: Elio Bromuri