Incidenti sul lavoro: emergenza senza fine

Lavoro. Tavola rotonda della Ceu. Mentre la morte bianca colpisce ancora in un cantiere dell'Umbria

La Chiesa umbra tiene vivo il dibattito sulla questione della sicurezza sui luoghi di lavoro, nella consapevolezza della necessità di rilanciare una cultura diversa del lavoro, che riaffermi la concezione della persona umana come primo grande valore e per ribadire la priorità della dignità del lavoratore. Di grande stimolo ed interesse nell’affrontare questi argomenti è stata la tavola rotonda ‘Condizioni di lavoro giuste ed eque: modernizzare il diritto del lavoro per rispondere alla sfide del XXI secolo’, promossa dalla Commissione problemi sociali, lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale umbra, alla quale sono intervenuti i senatori Maurizio Sacconi e Luigi Bobba, membri della commissione permanente lavoro e previdenza sociale, mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni e presidente della commissione Ceu per i problemi sociali e del lavoro, il segretario regionale della Cisl Pierluigi Bruschi, il presidente regionale della Confindustria Mario Fagotti, con la presenza di mons. Giuseppe Chiaretti presidente della Conferenza episcopale umbra. ‘Il ripetersi angoscioso dell’intollerabile fenomeno degli incidenti mortali nei luoghi di lavoro, non solo nel nostro territorio regionale – ha ricordato mons. Paglia introducendo il dibattito – rende urgente l’esigenza di una riflessione comune e di un impegno per la formazione delle coscienze, unito ad uno sforzo straordinario di iniziativa da parte di tutti, lavoratori e datori di lavoro, al fine di porre fine a questa catena tragica di morti. Riflettere sul diritto ad un ambiente di lavoro sano, sicuro e dignitoso, e sulle forme concrete attraverso le quali, con il concorso di tutti, questo diritto diventi effettivo, richiede anche da parte dei credenti una rinnovata attenzione alla riflessione che la Chiesa ha fatto negli ultimi secoli sulla questione del lavoro’. Sicurezza sui luoghi di lavoro e sviluppo aziendale sono inscindibilmente correlati per lo sviluppo di sistemi produttivi che non rechino pregiudizio alla sanità fisica dei lavoratori, considerando che l’azione nel campo della salute e della sicurezza non è uno strumento per limitare la libertà di azione delle imprese ma un modo per modernizzare il diritto del lavoro. Alla base, alcuni principi richiamati nel corso del dibattito da mons. Paglia: il principio di formazione e informazione dei lavoratori, il principio di partecipazione come strumento indispensabile per una sana gestione del conflitto tra le diverse componenti dell’impresa; il principio di responsabilità del lavoratore in relazione al rispetto degli obblighi e delle raccomandazioni in materia di sicurezza, di uso appropriato degli strumenti tecnologici; il principio di integralità e di non discriminazione e il principio di cooperazione, in base al quale la produzione dei beni della sicurezza e della salute è il frutto di un’azione comune di tutte le componenti dell’impresa, lavoratori e datori di lavoro. ‘La sicurezza sul lavoro è un aspetto basilare della qualità – ha sottolineato il sen. Sacconi – che sviluppa conoscenze e amplia le potenzialità della persona e della sua produttività. A questo si collega l’altro aspetto della giusta retribuzione, che in Italia è ancora non pienamente risolto’. Un confronto che si è soffermato anche su precariato e regolarizzazioni. ‘Una delle priorità è combattere il sommerso e la flessibilità ‘ ha ricordato il sen. Bobba ‘ premiando, anche con sgravi fiscali, le aziende che stabilizzano i propri lavoratori’. Ultimo caso a Perugia. Il messaggio di mons. ChiarettiL’Arcivescovo di Perugia, mons. Giuseppe Chiaretti, ha appreso la tragica notizia della morte dell’imprenditore perugino Antonio Bracigliano, originario di Avellino, nella serata di lunedì 21 maggio al termine dei lavori della prima giornata della 57a Assemblea generale della Cei, in corso in Vaticano fino al 25 maggio. Mons. Chiaretti nell’esprimere il suo ‘profondo cordoglio ai familiari avvolti dal dolore’, ha provato ‘grande tristezza nel constatare che in Umbria non cessa questa lunga catena di decessi sul lavoro. Ancora una volta, questa morte ha il sopravvento sulla dignità e sulla fatica del lavoro dell’uomo. La vita dei lavoratori è sacra, e le famiglie hanno bisogno dei loro cari per avere il pane necessario per vivere. Ci troviamo di fronte ad una nuova ‘povertà’, quella del morire per lavoro! Spesso non si tratta solo di tragica fatalità, ma di carenza di prevenzione e di organizzazione, che finiscono in tragedia. Per questo anche la Chiesa umbra ha recentemente auspicato una seria opera di prevenzione e controllo dei luoghi di lavoro, per spezzare questa luttuosa scia di incidenti’. L’Arcivescovo ha ricordato anche ‘la fraterna vicinanza’ espressa da mons. Bagnasco a nome dell’assemblea Cei ‘a tutte le famiglie colpite dalla morte sul lavoro di un loro caro’ ed ha fatto appello alle parti sociali e alle istituzioni ‘perché siano rimosse per quanto possibile le cause di tanti incidenti, affinché la vita di ogni lavoratore sia sempre tutelata e rispettata nella sua piena dignità’.

AUTORE: (E. L.)