Insediato il nuovo Consiglio pastorale diocesano

Mons. Bassetti: il consiglio strumento della Chiesa -Comunione

Chi è abituato a sentire parlare di Chiesa come di istituzione, magari anche burocratica, fatica a comprendere espressioni come “comunione” e immagini quali “chiesa Corpo di Cristo, sacramento, edificio”. Così, chi è abituato a ragionare di democrazia come di sistema nel quale la maggioranza che decide trova difficile da capire quale senso abbiano i “consigli pastorali”, diocesani o parrocchiali che siano, nei quali questa regola non è applicata. Forse è per questo che l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti aprendo la riunione di insediamento del neo costituito Consiglio diocesano pastorale, venerdì scorso al Centro Mater Gratiae, si è soffermato molto sul concetto di “comunione” e sulla parola “consiglio”. Il Consiglio pastorale diocesano, ha detto mons. Bassetti parlando ai 50 membri, alcuni eletti altri presenti in ragione dell’incarico che hanno nella Chiesa, altri nominati dall’Arcivescovo, è un organismo di corresponsabilità ecclesiale voluto dal Concilio Vaticano II, è “immagine e strumento di una Chiesa-comunione”, di una comunione “in Cristo”, “analoga a quella di un corpo vivente e operante, caratterizzata dalla compresenza della diversità e complementarietà delle vocazioni, dei ministeri, dei carismi e delle responsabilità”. In questa origine l’Arcivescovo ha indicato anche il compito primario del consiglio ovvero l’“aver cura della comunione”. Non dunque uno stare insieme all’insegna dell’efficienza o, peggio, della burocrazia, ha detto, ma “esperienza forte di Gesù Cristo anche nella stanchezza e nelle difficoltà della vita di una comunità” poiché “il Consiglio è dono dello Spirito santo”. Il Consiglio, appunto, è l’altro elemento su cui mons. Bassetti ha portato la riflessione sottolineandone l’importanza per coloro che nella Chiesa sono chiamati a fare delle scelte, dal vescovo ai parroci ai vicari di zona. “Il consiglio è quella forma di discernimento che orienta chi ha responsabilità affinchè comprenda ciò che Dio esige dalla sua Chiesa”. Perciò, ha aggiunto rivolgendosi ai membri del Consiglio, “il vostro ruolo è importante”. “Consigliare, prima ancora che un atto dell’intelletto è una disposizione dell’animo che tenta di guardare con il cuore”, non con l’emotività, la complessità della vita delle proprie comunità, ma consigliare, ha aggiunto, “è anche il momento della ricerca e della creatività”. L’Arcivescovo non si aspetta un Consiglio in cui si esprimono pareri individuali sui quali decidere a maggioranza ma “un Consiglio che si esprime nella sua interezza” e che può farlo in quanto i suoi membri “si conoscono e si stimano” e vivono ed esprimono “un clima di comunione e di dialogo” che si riflette all’esterno “mostrando a chi ci guarda il volto di Gesù”. Con questa premessa sono stati eletti i membri della segreteria (vedi box) e subito dopo mons. Bassetti ha chiesto di iniziare subito ad esercitare questo “consiglio” in riferimento al tema delle Unità pastorali, cui sarà dedicata la prima lettera pastorale dell’Arcivescovo, di imminente pubblicazione. I numerosi interventi hanno portato l’attenzione sul fatto che non si tratta di semplice riorganizzazione territoriale resa necessaria dalla diminuzione del numero di preti. Si tratta, è stato detto, di immaginare un nuovo modo di essere Chiesa, sia per i parroci che per i laici che sono chiamati ad una maggiore corresponsabilità in una situazione in cui il modello per cui ad una parrocchia corrisponde un prete già oggi non è più sostenibile. Nel corso della riunione sono stati anche indicati alcuni dei temi che potrebbero essere all’attenzione del Consiglio pastorale quali la corresponsabilità laicale, l’immigrazione, l’impegno sociale e politico dei cattolici, la comunicazione.

AUTORE: Maria Rita Valli