“La Chiesa non lascia i giovani soli con i loro problemi”

Si è svolto a Collevalenza l'incontro regionale sul "Progetto Policoro"

Per il Progetto Policoro sarà costituito un Coordinamento regionale che terrà la prima riunione entro il prossimo mese di marzo e ne faranno parte i direttori degli uffici regionali “Problemi sociali e il Lavoro”, “Caritas” e “Pastorale giovanile” e i rappresentanti regionali delle associazioni giovanili e delle associazioni laicali operanti nel sociale. Monsignor Pietro Bottaccioli, concludendo i lavori, ha fatto presente “la scelta prioritaria dei giovani fatta dai vescovi umbri” ricordando il Convegno regionale ecclesiale sulle problematiche giovanili che si terrà nel prossimo autunno. All’incontro preparatorio tenutosi lunedì scorso erano presenti i responsabili degli uffici pastorali Cei promotori del Progetto Policoro, don Paolo Tarchi per i Problemi sociali e il Lavoro, don Domenico Sigalini per la pastorale giovanile e Pasquale Caracciolo direttore dell’Ufficio regionale per i Problemi sociali e il Lavoro dell’Umbria. “I giovani hanno un problema di futuro – ha affermato in apertura don Domenico Sigalini – che non si costruisce se dentro questo progetto non c’è il lavoro. La Chiesa non intende lasciare i giovani da soli con i loro problemi, ma desidera aiutarli a costruirsi un avvenire. Lo intende fare con lo stile dell’evangelizzazione e della promozione umana senza sostituirsi ai sindacati o alle istituzioni competenti”. “Lo stile del Progetto Policoro – ha sottolineato don Paolo Tarchi – è quello dello stare e dell’operare insieme. Insieme per una pastorale unitaria. Insieme con la società civile e in particolare con il laicato associato d’ispirazione cristiana operante nel sociale. Insieme, collaborando sinceramente con le istituzioni. Un modo concreto di valorizzare il laicato, di fare ‘sinergia’ o ‘rete’ come si suol dire oggi. Ma innanzitutto un modo di vivere la comunione tra di noi, segno distintivo dell’agire cristiano”. Pasquale Caracciolo ha ricordato il cammino già percorso a livello regionale. “Negli incontri già fatti – ha evidenziato – è maturata l’esigenza di una speciale attenzione verso la realtà giovanile, con particolare riferimento al lavoro che cambia e che manca. In Umbria la disoccupazione giovanile è essenzialmente intellettuale. Tanti giovani diplomati e laureati sono costretti, loro malgrado, a cercare altrove un posto di lavoro. Con un sostanziale impoverimento sia delle relazioni familiari e parentali che delle migliori risorse umane disponibili in regione. Per questo il Progetto Policoro, oltre ad essere un atto d’amore verso i giovani, è anche un atto d’amore nei confronti dell’Umbria”. Vari interventi hanno evidenziato le opportunità lavorative presenti in Umbria: dai servizi previsti dal Piano sociale regionale, alla valorizzazione del patrimonio artistico – culturale in gran parte affidato alla Chiesa, al settore agricolo che richiede manodopera non sempre facilmente disponibile.