La devozione verso i santi deve favorire una nuova evangelizzazione

Le reliquie di san Antonino Fantosati in Assisi e di san Vitale a Viole

Domenica 3 giugno, presso il santuario della chiesa Nuova in Assisi è stata celebrata una Messa, presieduta dal provinciale dei frati Minori Massimo Reschiglian, in onore del vescovo e martire Antonino Fantosati, Minore francescano nato a Trevi, morto in Cina durante la persecuzione dei Boxers all’inizio del ‘900, proclamato santo da Giovanni Paolo II il 1 ottobre 2000. Nel pomeriggio si sono svolti nella stessa chiesa i Vespri solenni presieduti da padre Gualtiero Bellucci biografo del Santo. E’ seguito il concerto dei Cantori di Assisi. Il reliquiario, contenente un osso del martire, era esposto per la venerazione dei fedeli, sopra un altare appositamente allestito, illuminato dal chiarore di un cero. La celebrazione si è protratta anche nel lunedì successivo. La munita traccia corporale del Santo è stata esposta anche presso la basilica di S. Maria degli Angeli. Il ripetersi delle manifestazioni del genere e il fatto che molte reliquie sono transitate nel territorio assisiate, ci ha indotto a chiedere un parere al preside dell’Istituto Teologico mons. Vittorio Peri che si è espresso secondo quanto segue: “Ancora oggi la Chiesa invita a conservare la tradizione di porre reliquie dei santi nella mensa degli altari fissi. Precisato questo, il transito delle reliquie per le strade d’Italia e per le nostre contrade può rivestire un duplice significato: problematico se tale transito porta ad incentivare una religiosità epidermica, devozionistica ed atteggiamenti campanilistici: positivo se favorisce una nuova evangelizzazione ed un impulso alla catechesi, ovvero se risponde alla formazione di ogni cristiano. Come altro fenomeno va invece considerato il legittimo ritorno di un santo al luogo di appartenenza”. Qualche reliquia di S. Vitale resta ancora sparsa, ma l’urna di piombo contenente il suo corpo, quasi completamente integro, giace in un sarcofago collocato sotto il nuovo altare appositamente costruito nella chiesa di S. Vitale a Viole d’Assisi. Esulta il neo-parroco don Francesco Santini ringraziando, per la sensibilità dimostrata, il vescovo Goretti e il Capitolo: “Era mia intenzione riaffermare l’appartenenza del Santo a questo luogo con lo scopo di ricompattare e riaggregare la comunità. Che senso avrebbe oggi come oggi la presenza del Santo nella cattedrale dove, pur protetto dall’altare a lui dedicato, resterebbe sconosciuto ed ignoto?”. Sabato 26 maggio, giorno della traslazione, la gente di Viole e del territorio ha vissuto una grande festa, preparata con trasporto da uomini e donne che si sono prodigati nell’organizzazione anche con l’aiuto ed il consiglio di don Lamberto Petrucci che ha passato l’incarico a don Santini dopo 66 anni di reggenza, una grande festa iniziatasi con la concelebrazione nella cattedrale di S. Rufino, presente il vescovo mons. Goretti e il neo-sindaco Giorgio Bartolini, accompagnata dai canti del Coro della Cappella musicale della cattedrale, affiancato dal Coro parrocchiale delle Viole, sotto la direzione del canonico don Giuseppe Biselli, e conclusasi, dopo una processione a piedi che ha visto partecipi anche le confraternite, con una manifestazione religiosa e civile. La portantina sulla quale era stata issata l’urna di piombo ha subìto qualche sbandamento per l’entusiasmo della folla. Per l’occasione è stato anche eseguito l’inno composto da don Santini e dall’organista Marco Bondi in onore di San Vitale, la cui esistenza potrebbe ricalcare quella travagliata di San Paolo, prima persecutore dei cristiani e poi evangelizzatore. Parimenti Vitale, bandito e malfattore, chiamato alla conversione, approdato come monaco benedettino all’eremo di S. Maria di Viole, avrebbe condotto una vita esemplare, costellata di miracoli.

AUTORE: Francesco Frascarelli