La fede difficile

La fede difficile, dicevamo. Difficile non solo in sé, ma anche in quel suo proiettarsi nel mondo che costituisce il suo fine ultimo. Perché il Signore da una parte ci ha raccomandato di essere nel mondo, ma al tempo stesso ci ha messo in guardia dal pericolo di essere del mondo. È noto che il termine ‘mondo’ nel Vangelo ha un significato equivoco. Nel Vangelo ‘mondo’ a volte indica la mentalità che pregiudizialmente rifiuta o ignora Gesù e il suo messaggio, e da questa angolazione, pur valorizzando tutto quello che di positivo c’è in esso, occorre prendere le distanze dal mondo; ma altre volte la parola ‘mondo’ indica la grande famiglia umana, nella spettacolosa varietà dei suoi elementi, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, e in questo senso il mondo va amato e servito, senza riserve mentali, come lo ha amato e servito Lui che per il mondo, per tutti, ha vissuto, e per il mondo (per tutti) è morto ed è risorto. Nel momento culminante del suo viaggio apostolico a Istanbul, da una parte entrando nella Moschea blu solo dopo essersi tolte le scarpe, dall’altra muovendo le labbra in una sua preghiera, Benedetto XVI ha incarnato in maniera originale ambedue questi atteggiamenti. Ambedue necessari. Non c’è dialogo fra identità deboli: ma le identità sono forti davvero solo quando, contestualmente, riaffermano se stesse e si aprono ad altre identità. Solo in un particolare momento del viaggio papale le identità hanno tracimato l’una nell’altra: è successo nella Casa di Maria, ad Efeso. Pare proprio che lì Maria di Nazareth abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita, amorevolmente assistita da Giovanni. ‘Pare’: lo dànno per certo la moltitudine di bigliettini imploranti sul muro esterno della Casa di Maria. Impossibile distinguere se erano mani cristiane o mani musulmane quelle che ve li hanno affissi. Mani paffute di bambini. Mani di vecchie deformate dall’artrite. Mani callose di uomini cotti dal sole. E in quei bigliettini dominava, più ancora che la fiducia nella Madre di Dio, la tenerezza verso la Madre degli uomini. Tenerezza. Quando tornerà di nuovo ad Efeso, il Papa dovrà portare con sé… sant’Alfonso de’ Liguori: per il Vicario di Cristo non dovrebbe risultare difficile ottenere per il più tenero dei musicisti cristiani un… distacco temporaneo. E sant’Alfonso… ci penserà lui! Con accompagnamento di flauto: ‘Andrò a vederla un dì // lasciando questo esiglio;:// Le poserò qual figlio // il capo sopra il cor!’: Con accompagnamento di mandolino: ‘Andrò a vederla un dì // con gli Angeli e coi Santi; // eleverò i miei canti // per corteggiarla ognor!’. È vergogna commuoversi?

AUTORE: Angelo M. Fanucci