La geografia politica subisce altri scossoni

Le lotte interne al Pd sono tornate a farsi sentire al voto per le assemblee provinciali. I nuovi azzurri intanto sognano 50 mila iscritti

Anche in Umbria si è aperta una nuova stagione politica. L’avvio del Pd è in corso mentre il Partito delle libertà (o Partito del popolo delle libertà) sta muovendo i primi passi. L’accelerazione della geografia politica, avviata a livello nazionale, sta provocando movimenti continui nel panorama politico umbro. Le lotte interne al Pd, apparentemente sopite dopo il successo del nuovo soggetto politico su scala nazionale, sono tornate a farsi sentire durante le votazioni per le assemblee provinciali. Si sono registrate divisioni profonde, in particolare a Terni. Piero Mignini è stato eletto coordinatore del Partito democratico per la provincia di Perugia con 60 voti, mentre il suo sfidante, Moreno Caporalini, già coordinatore umbro del comitato elettivo per Veltroni, ha avuto 29 voti. A Terni la votazione è stata lacerante perché l’onorevole Leopoldo Di Girolamo, candidatosi a sorpresa all’ultimo momento, e con appena un voto di scarto, ha battuto Roberto Montagnoli, capogruppo Ds alla Provincia di Terni. Di Girolamo si è proposto quando è venuta meno la candidatura di Giorgio Finocchio, che si è ritirato di fronte ad una candidatura ritenuta più unitaria. Insomma, nonostante Maria Pia Bruscolotti, segretario regionale Pd, avesse ricordato, a più riprese, la provvisorietà dell’incarico di coordinatore provinciale, funzionale ‘solo’ all’organizzazione e al radicamento del partito nelle province, in vista dei congressi di marzo, evidentemente la ‘base’ l’ha pensata diversamente. La vicinanza delle amministrative del 2009 porta a nuove strategie, e l’incarico di coordinatore provinciale non appare, quindi, secondario. In vista delle due elezioni provinciali la Commissione statuto dell’assemblea costituente regionale del Pd’veva diffuso un documento, definito come ‘contributo’ alla discussione – anche sul modello organizzativo dello stesso Pd ‘ sottolineando, tra l’altro, che ‘oltre alla scelta dei coordinatori provinciali provvisori, si rende necessario definire un mandato politico che impegni gli stessi a sostenere l’esigenza di costruire un Partito democratico con regole chiare sui metodi di partecipazione e decisione,’strutturato su base federale, che veda nei soci fondatori il punto di riferimento essenziale attraverso l’organizzazione autonoma di momenti territoriali locali’ con il ricorso alle primarie per la selezione dei candidati, la consultazione degli iscritti e dei cittadini sui principali problemi. Intanto il Pdl (o come si chiamerà) ha già avviato la fase preparatoria del nuovo partito. Il primo atto ha portato il gruppo consiliare di FI di palazzo Cesaroni ad assumere una nuova denominazione: ‘Forza Italia – Verso il nuovo partito dei moderati e dei liberali’. I ‘nuovi azzurri’ sono convinti di puntare ad una fetta più ampia di adesioni, rispetto agli attuali 3 mila. E guardano al numero delle firme ‘ circa 50mila ‘ raccolte per lo svolgimento delle elezioni anticipate. Il capogruppo, Fiammetta Modena, ha le idee chiare: ‘Occorre allargare la base del consenso del nuovo partito, e aumentare il peso della coalizione di centrodestra per preparare un’alternativa di governo: in Umbria, per cacciare la presidente Lorenzetti, e a Roma per cacciare Prodi. E per far questo – ha detto – occorre anche un gruppo dirigente forte, e selezionato a livello nazionale, regionale e locale attraverso l’elezione diretta’. Pare un palese invito ad azzerare le cariche attuali e a cambiare pagina. Nei giorni scorsi a Santa Maria degli Angeli si era tenuto un incontro proprio per riordinare le idee rispetto al ‘ciclone Berlusconi’, che ha sicuramente spiazzato alcuni dirigenti di FI, forse un po’ troppo seduti sulle proprie poltrone. Anche perché i congressi di FI sono stati sospesi, e tutto questo rimanda la scelta di un possibile rimescolamento degli incarichi. Se i rapporti all’interno del centrodestra a livello nazionale sono molto tesi, in Umbria si cerca di mantenere un profilo basso in attesa di eventi. Il nuovo partito può ora contare, secondo Massimo Mantovani, responsabile regionale dell’organizzazione, sui 3 mila iscritti di Forza Italia, che saranno automaticamente iscritti al nuovo partito. Il bacino di adesioni potrebbe essere ‘di oltre 50 mila persone, quelle che hanno firmato per chiedere le elezioni anticipate’, ha detto Mantovani. Senza contare i Circoli della libertà della Brambilla, quelli promossi da Dell’Utri e la ‘Giovane Italia’ di Stefania Craxi. E non tutti gli aderenti sono iscritti a Forza Italia.

AUTORE: Emilio Querini