La mitria e il papillon

Lunedì 17. Stasera, a ‘Otto e mezzo’ su La 7, si fronteggiano Scalfari e Ferrara. Scalfari: lo vedi e subito ti domandi: ‘Ma perché anche stavolta la mitria l’ha lasciata a casa?’. Perché una mitria il Barbeugenio ce l’ha, da qualche parte; non in similseta ma in acciaio brunito; ce l’ha e se l’è meritata in tanti anni di laicissimo pontificato. E Ferrara? Stasera s’è messo il papillon’ Ma il bavaglietto con la scritta ‘Non baciatemi’, perché stasera non l’indossa? A lode della sua precocissima intelligenza glielo regalò Palmiro Togliatti, sulle cui ginocchia crebbe Giuliano. ‘Crebbe’: oddio, in misura diversa da come sarebbe cresciuto poi.Oggetto del contendere: la presunta lettera che mons. Betori avrebbe inviato alla sen. Binetti per dirle come doveva votare quel certo giorno su quel certo emendamento di quella certa legge. Sarà. Scalfari mette a nudo il presunto ‘vulnus’ che la presunta, improvvida attività del nostro don Peppino, epistolografo improvvisato, avrebbe arrecato al Concordato fra la Santa Sede e il Governo italiano, e slabbra i contorni della ferita, paziente, con le pinze chirurgiche che ha sempre con sé. Fra parentesi: ‘don Peppino’: posso, Diretto’? L’ho avuto a scuola, al Regionale. Io avevo adottato come testo di studio Commodiano, poeta (?!) cristiano; poi di comune accordo, i vari Peppini ed io, lo lasciammo’ sul comodino. C’era nell’aria il profumo del Concilio, avevamo ben altri sogni da sognare, noi, ben altri voli da volare’Certo, lui era Dedalo, e le ali del suo volo aderivano al corpo con l’attack di una conoscenza della Bibbia che già da allora era profonda e tenace. Io ero Icaro, e disponevo di rimasugli di cera appena sufficienti a sostenere il volo di un’anatra. L’esito finale dell’impari volo è davanti agli occhi di tutti. Eppure lui sostiene che qualcosa gliel’ho insegnata. Che dire? Càpita. L’altra sera le volute da ginnasta olimpico che Scalfari disegnava nell’aria sono state interrotte da una delle solite impertinenze di Giulianone: ‘Senta, Scalfari, ma quando uno scende in politica, tutto quello in cui ha creduto, per cui ha vissuto, tutto quello che ha dato sostanza al suo pensiero’ uno se lo deve dimenticare? Lo deve chiudere in un cassetto?’. Scalfari ha farfugliato cose’ cose interessanti, ma decisamente collaterali rispetto al cerchietto rosso sul quale s’era appuntato il pungiglione di Giulianone, mentre il papillon nitriva sottovoce. Come risponderemmo noi? Io, per pensarci, ci ho davanti tutte le vacanze di Natale. Ce l’avete anche voi. Non le svaporate con troppi ‘Tu scendi dalle stelle’, non le appesantite con una cofana di cappelletti al giorno. Chissà che un giorno La Voce non voglia aprire un pacato confronto proprio su questo tema? Buon Natale!

AUTORE: Angelo M. Fanucci