La Parola di Dio è come’

Spada, martello, fiamma di fuoco, vino inebriante e miele, seme buono’ Sono alcune tra le molte immagini che la Bibbia ci offre per comprendere la potenza straordinaria della Parola di Dio. Vale la pena di riflettere su come la Scrittura descriva la meravigliosa efficacia della Parola. Ci può aiutare ad accogliere nel migliore dei modi la grazia del Sinodo dei vescovi che inizia il prossimo 5 ottobre: ‘La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’. La Parola come fuoco. Non cioè un’idea della mente e nemmeno un semplice messaggio ricevuto dal Signore, ma un fuoco che brucia dentro. ‘Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo’ (Ger 20,9). ‘La mia parola non è forse come il fuoco – oracolo del Signore?’ (23,29). Un fuoco che arde e consuma. Il contatto con la Parola infiamma e trasforma. L’incontro col Dio vivo è un’esperienza di fuoco divorante. ‘Ecco, io farò delle mie parole come un fuoco sulla tua bocca. Questo popolo sarà la legna che esso divorerà’ (5,14). Il profeta Isaia nell’esperienza della sua vocazione si era sentito bruciare la bocca e le labbra impure da un carbone ardente che un serafino aveva preso con le molle dall’altare. Così purificato, può andare in missione (cfr Is 6,6ss). Anche i discepoli di Emmaus fanno quest’esperienza nell’ascoltare le parole di Gesù: ‘Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?’ (Lc 24,32). La Parola come cibo che riempie di dolcezza e di amarezza. L’angelo offre il libro al veggente dell’Apocalisse e dice: ‘Prendi e divoralo: ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele’ (Ap 10,9). L’episodio s’ispira alla vocazione profetica di Ezechiele (cfr Ez 2,8 ‘ 3,3). La Parola porta allo stesso tempo gioia e mal di pancia, consolazione e sofferenza. In ogni caso, è da mangiare. Di questo cibo il cristiano si nutre ogni giorno. ‘Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio’ (Mt 4,4). È la fame della Parola di Dio. La Parola come martello che rompe anche le pietre. Nulla può resistere alla sua forza: ‘La mia parola non è forse’ come un martello che spacca la roccia? (Ger 23,29). La Parola stessa diventa la roccia sulla quale la casa trova sicurezza e stabilità incrollabili (Mt 7,24-25). La Parola come vino inebriante: ‘Mi si spezza il cuore nel petto, tremano tutte le mie ossa, sono come un ubriaco e come uno inebetito dal vino, a causa del Signore e delle sue sante parole’ (Ger 23,9). Gli apostoli che subito dopo Pentecoste predicano le grandi opere di Dio, sono derisi e ritenuti ubriachi (cfr At 2,13). La Parola ci porta fuori dal senno normale, che spinge a vivere secondo criteri mondani. La Parola di Dio è come un seme buono che ha la potenzialità di crescere, fiorire e fruttificare (cfr Lc 8,11). Lo sviluppo della comunità cristiana è interpretato come il crescere e il diffondersi della Parola (cfr At 6,7; 12,24; 13,49). La Parola di Dio è ‘viva, efficace e più tagliente di ogni spada’, penetra e fa luce dentro l’uomo (cfr Eb 4,12). Coloro che l’ascoltano si sentono trafiggere il cuore (cfr At 2,37). ‘Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole? È molto più ciò che ci sfugge’ Il Signore ha colorato la sua parola di bellezze svariate, ha nascosto in essa tutti i tesori’ (sant’Efrem). La Parola di Dio è Gesù stesso che si dona a noi, ci parla, ci nutre, ci scuote, ci consola, ci comunica la sua volontà e il suo amore, c’illumina e ci sostiene, ci offre gioia e speranza. Sulla sua Parola possiamo contare, alla sua Parola possiamo affidarci e abbandonarci in modo sicuro. Non riduciamo la potenza di Dio racchiusa nel Vangelo. E guai a noi se non evangelizziamo (cfr Rm 1,16; 9,16)!

AUTORE: ' Domenico Cancian f.a.m.