La passion per il frammento

Museo diocesano. Un laboratorio di restauro con laboratori per le scuole

Molte sale con opere di un certo prestigio in esposizione, un book-shop ricco e fornito di oggettistica e libri di storia dell’arte; sono tra le peculiarità del Museo diocesano e cripta di San Rufino in Assisi, che da poco tempo è entrato in Internet con un proprio sito (www.assisimuseodio- cesano.com). Un particolare rilevante che lo caratterizza: la presenza di un laboratorio di restauro gestito da due responsabili formate all’Istituto centrale restauro di Roma, Paola Mattioli e Fiamma Scalfati. Come vi è nata l’idea di creare questo laboratorio? ‘In seguito al sisma del ’97, siamo state chiamate ad intervenire su alcune opere danneggiate della cattedrale di San Rufino: gli affreschi della cappella del Sacramento, le tavole del Doni e non solo. Il promotore del laboratorio è stato mons. Vittorio Peri, ma il progetto è stato concretizzato con la firma della convenzione, alla fine del 2006. Il locale dove è adibito il laboratorio è nel sotterraneo del palazzo dei Canonici, la nuova sede del museo, dopo il terremoto. Infatti, era indispensabile un luogo stabile, dove poter intervenire sulle opere che necessitano di restauro. Il Museo mette a disposizione il laboratorio alle parrocchie di questa diocesi per eventuali lavori di ripristino e di conservazione delle proprie opere’. In questo periodo, a quale opera state lavorando? ‘Si tratta di un Crocifisso che appartiene alla parrocchia di Palazzo. Collocato nell’altare maggiore della chiesa di Madonna delle Grazie, necessitava di interventi di ripulitura e consolidamento. Durante le fasi di lavoro, si è compreso che la statua non solo è più preziosa di quello che ci si aspettava, ma appartiene ad una bottega precisa che operava nel territorio umbro nel XVI secolo, e che aveva come caratteristica un boccolo a lato del volto del Cristo’. Quali iniziative avete intenzione di realizzare? ‘Abbiamo l’obiettivo di mettere in atto un laboratorio vivo, interattivo, cercando di far scaturire nel visitatore la passione per il frammento. Oltre che nel locale adibito, vorremmo lavorare – tenendo presente le norme di sicurezza – sul posto, cioè far partecipe il fruitore al restauro, dandogli la possibilità di interagire attivamente, poiché noi consideriamo lo stesso Museo un laboratorio di restauro. Inoltre organizzeremo, a partire da settembre, dei corsi di formazione per ragazzi di scuola primaria e secondaria. Si tratta di un progetto didattico che si pone come finalità quella di far capire ai ragazzi non solo la composizione di un’opera d’arte ma l’importanza che essa ha per noi’.

AUTORE: Ombretta Sonno