La prua di una nave coraggiosa

Settimana sociale. La delegazione umbra alla 46a edizione, che si è appena conclusa a Reggio Calabria

Milleduecento persone, moltissimi giovani, tanti preti e suore, tanti laici, uomini e donne impegnati nella società con il loro lavoro, nelle loro associazioni, nella politica. La Settimana sociale di Reggio Calabria ha dato la possibilità a tutti di esprimersi nelle due sessioni di lavoro suddivisi nei cinque ambiti. Interventi brevi, tre minuti cronometrati che tutti hanno rispettato, ed anche concreti. Quale più quale meno. Molto della concretezza è dipeso dall’“esperienza sul campo”. Più forte sul fronte dei diritti degli immigrati, un po’ meno nell’economia e nell’educazione, che non fosse quella sperimentata nelle parrocchie. La novità della Settimana sociale sta proprio in questi innumerevoli spunti che sono stati raccolti in un’“agenda di speranza”. Agenda per un impegno dei cattolici nella società e nella politica, un impegno che ha come obbiettivo il bene comune e non quello di una parte, neppure quella cattolica. Da Reggio la parola passa ora alle diocesi parrocchie, associazioni. “Le Settimane sociali non hanno un ruolo magisteriale ma sono luogo di incontro, confronto e riflessione dei cattolici – ha spiegato il presidente del Comitato scientifico e organizzatore mons. Arrigo Miglio. – Le conclusioni vengono consegnate alla Chiesa italiana perché tutti devono impegnarsi nel bene comune”. Il testimone, quindi, passa anche alle nostre diocesi umbre, portato dai delegati e da chi vi ha partecipato in rappresentanza del vasto mondo dell’associazionismo (per esempio i perugini Carlo Cirotto, presidente nazionale del Meic, e Simone Pillon, presidente del Forum delle famiglie dell’Umbria). In Umbria le conclusioni della Settimana sociale si innestano nel percorso avviato un anno fa a Assisi in un incontro che aveva visto la parteipazione di rappresentanti del mondo politico, imprenditoriale, volontariato e, naturalmente, ecclesiale. Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Conferenza episcopale umbra e promotore di quell’incontro, ha portato a Reggio il volume del Mulino in cui sono raccolte le relazioni fondamentali del 19 dicembre 2009. Il percorso umbro ha avuto un protagonista, Luca Diotallevi, che è anche il vicepresidente del Comitato delle Settimane sociali. “Abbiamo sperimentato un modo nuovo di essere Chiesa, facendo i conti con le cose così come sono” ha detto Diotallevi tracciando le conclusioni delle giornate reggine. “Siamo riusciti ad operare un decentramento da noi stessi”, ha aggiunto; e la chiave di questa “opera di discernimento” fatta dagli oltre 1.200 delegati è stata “il primato della vita spirituale. C’è gente che ha una forte passione per il bene comune” è la seconda lezione dell’assise ecclesiale: “Non si tratta di una lobby – ha puntualizzato – ma di un gruppo di persone che ha una grande passione, e anche una discreta esperienza, del bene comune. Non possiamo chiedere coperture – ha ammonito Diotallevi -, siamo noi la prua della nave di una nuova generazione che si misura con l’onere di un pensiero nuovo e di un’azione nuova, che il Papa ci ha chiesto nella Caritas in veritate”. Il “popolo” di Reggio Calabria, ha ricordato Diotallevi, “ha un’agenda comune” da cui partire, “una piccola strada per arrivare dal particolare al generale”. Tornati a casa, il primo compito del Comitato, ha assicurato il Vicepresidente, “sarà raccontare ai Vescovi quello che è successo, in termini di conquiste e di problemi”, attraverso il documento conclusivo. Nel frattempo sul sito web delle Settimane (www.settimanesociali.it) sono disponibili i testi delle relazioni.

AUTORE: Maria Rita Valli