La rete dei servizi attende la delibera

Regione. Fondo per la non autosufficienza

Fondo sulla non autosufficienza, è quasi fatta. Secondo Cgil, Cisl e Uil manca infatti un’ultima delibera della Regione Umbria e i quasi 32 milioni di euro potrebbero essere presto erogati alla rete di servizi e assistenza extraospedaliera (associazioni, cooperative sociali, residenze protette, ecc.) che li attendono da tempo e che continuano a svolgere il loro lavoro di assistenza in favore di anziani e disabili gravi. I sindacati, che il primo ottobre hanno ricevuto dalla Regione la bozza della delibera del 28 settembre sulle “Linee di indirizzo attuative del Piano regionale integrato per la non autosufficienza (Prina) 2009-2011” hanno già avanzato le loro osservazioni a Palazzo Donini. Quali sono le principali modifiche richieste dalle rappresentanze sindacali? Innanzitutto, accanto all’erogazione tempestiva delle risorse, che la nuova delibera “preveda esplicitamente che i direttori generali delle Asl e i responsabile dei distretto socio-sanitari rispondano del raggiungimento degli obiettivi assegnati e delle spese sostenute”. Nello specifico, i sindacati arrivano a prevedere “il commissariamento di Asl e distretti qualora siano state disattese le disposizioni assegnate, non rispettati i passaggi previsti dalla concertazione o gli accordi sottoscritti con le parti sociali”. Inoltre Cgil, Cisl e Uil ricordano alla Regione dell’Umbria la necessità di “vincolare le risorse del Fondo sulla non autosufficienza ad alcuni obbiettivi fondamentali”, con particolare riguardo al potenziamento dell’assistenza domiciliare, alla prevenzione, alla riorganizzazione delle cure primarie e al potenziamento delle strutture territoriali semiresidenziali (centri diurni). Strutture, serve un accreditamento più rigorosoI sindacati mettono poi in guardia la Regione Umbria sul sorgere di centri residenziali e diurni, senza i requisiti indispensabili per accogliere i non autosufficienti. “Questa nostra preoccupazione”, afferma Claudio Ricciarelli della Cisl, “è a difesa dell’utenza ma anche di quei privati che lavorano correttamente – da anni – nel settore”. Solo servizi accreditati garantiscono la qualità degli interventi verso i non autosufficienti. “È pertanto necessario”, si legge nella nota congiunta dei tre sindacati nazionali, “avviare un processo, concertato, di valutazione dei bisogni, servizi necessari e modelli di gestione a partire dai servizi socio-sanitari riguardanti, innanzitutto, l’assistenza domiciliare e le strutture residenziali e semiresidenziali. Occorre adeguare l’offerta presente nel territorio regionale a requisiti accertati di qualità e a caratteristiche di unitarietà gestionale”. Cosa si chiede, dunque, alle Istituzioni? Che il sistema pubblico (Comuni e Regione) migliori subito l’efficienza dei sistemi di autorizzazione, di accreditamento e di vigilanza, tramite procedure più veloci e più attente alla professionalità del servizio reso ai non autosufficienti. Non autosufficienza, le esenzioni di Cgil, Cisl e UilNelle prestazioni erogate dal Fondo sulla non autosufficienza è prevista anche la compartecipazione economica della famiglia. La Regione Umbria ha previsto tre fasce: la prima è quella degli esenti (se il reddito familiare è pari alla pensione minima di 600 euro), la seconda è detta “a compartecipazione parziale” (l’assistenza è pagata un po’ dalla famiglia, un po’ dal pubblico; il reddito familiare fissato dalla Regione può raggiungere fino a quattro volte la pensione minima), mentre l’assistenza per la terza fascia è a totale carico delle famiglie che hanno un reddito quattro volte superiore alla pensione minima di 600 euro al mese. “Come sindacati”, dichiara Ricciarelli, “abbiamo chiesto di sostituire la fascia intermedia con altre due fasce, in quanto crediamo non sia giusto considerare sullo stesso livello famiglie con un reddito appena superiore ai 600 euro al mese con quelle che ne hanno uno di 2400 euro mensili. Infine”, conclude il sindacalista della Cisl, “chiediamo alla Regione di permettere alle Asl e ai Comuni di utilizzare anche l’anno successivo quelle risorse del Fondo sulla non autosufficienza che potrebbero essere non spese entro il 2009”.

AUTORE: Paolo Giovannelli