La storia di Nicola: “Così mi sono laureato in arte dentro il carcere di Spoleto”

Nicola insieme al figlio, subito dopo la laurea

Una corona d’alloro speciale all’Università degli studi di Perugia. Si è laureato oggi, infatti, in Scienze dei beni storico-artistici Nicola Dettori, sardo d’origine e detenuto nel carcere di Spoleto. L’uomo sta scontando una condanna di 25 anni. Nella struttura umbra ha scoperto la passione per lo studio e, in particolare per l’arte. Dal 2001, infatti, anno in cui è entrato nel carcere spoletino, ha intrapreso un percorso scolastico che lo ha portato a prendere la licenza media, poi il diploma e infine la laurea con 101 su 110. “Ero un uomo finito, lo studio mi ha ridato energia e voglia di fare. Ora sono pronto alla specialistica” ha sottolineato felice oggi, subito dopo la discussione della tesi su “Il Cristianesimo a Orgosolo (dalle origini fino al secolo XX)”. Nicola era accompagnato dal figlio, dalla sorella e da alcuni volontari del carcere. La sua è una storia di passione per lo studio, ma anche di tenacia e determinazione. “Non è facile studiare in carcere – racconta Nicola -, le spese sono tutte a carico del detenuto e i tagli governativi sul lavoro, sul cibo, sulle medicine e sul personale penitenziario rendono la nostra vita sempre più difficile. Il carcere di Spoleto può contenere circa 300, 350 persone: quando sono arrivato dieci anni fa eravamo 200, oggi siamo 700”.

L’articolo completo sul prossimo numero de “La Voce”.

AUTORE: Laura Lana