La storia di ognuno di noi

Il racconto di padre Remo rende attuali i problemi e le domande che tanti secoli fa si poneva sant'Agostino

Il libro di Remo Piccolomini, Agostino si racconta. Introduzione alle Confessioni, al contrario di quanto si possa pensare a prima vista, non è un semplice riassunto delle Confessioni. Padre Remo le “racconta” di nuovo proseguendo in qualche modo la narrazione e confessando sinceramente l’occasione che ha dato origine all’opera: si è trovato di fronte ad un invito di monache e laici che avevano una grande voglia di conoscere le Confessioni ed hanno trovato in lui una corrispettiva grande voglia di spiegarle, ritenendo che non vi sia niente di più efficace del pensiero agostiniano per nutrire la mente e l’anima in questo tempo di carestia spirituale. Consapevole che la storia narrata nelle Confessioni sia la storia di ognuno di noi, in cui “delusioni scoraggiamenti dubbi errori s’intrecciano con le speranze, gli atti di coraggio con qualche certezza e un grande anelito per la verità”. Il racconto procede rendendo attuali i problemi, le domande che tanti secoli fa si poneva Agostino nel corso della sua vita, mai pago di ricercare la verità e la beatitudine. Domande ripresentate ai lettori come se nascessero oggi, nuove e antiche insieme, perché fanno parte della profonda essenza dell’uomo e della più intima fede del cristiano, dopo la sua conversione. Giustamente Paolo VI ha affermato che: “Se Agostino vivesse oggi parlerebbe come allora perché davvero egli impersona una umanità che crede, che ama Cristo ed il nostro amatissimo Dio”. L’uomo è dotato di una luce interiore che lo sospinge a trovare il luogo del suo riposo, la sua piena beatitudine che acquieta la sete del cuore: “Ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te”. Nelle Confessioni, fa notare padre Remo, si trova la storia di ognuno anche per la condizione umana di figli di Adamo feriti a morte dal peccato e destinati a soffrire per l’attrazione perversa del male che coglie drammaticamente tutto l’arco della vita umana senza escludere il fanciullo che ruba le pere senza motivo se non quello dell’attrattivo fascino del male. Con questo stile caldo e coinvolgente l’autore offre nel primo capitolo tutte le informazioni necessarie per capire il testo di Agostino al quale rimanda senza sostituirsi ad esso, indica l’ambiente storico e culturale e ci fa capire quanto sia simile quel tempo di trapasso (i vandali nel nord Africa nel 410 – Agostino aveva 56 anni – tempo di fine impero romano d’occidente) alla nostra presente epoca. Si può osservare che, come ci avverte all’inizio l’autore, ci vuole uno sforzo per seguire l’invito agostiniano a rientrare in se stessi per scoprire e vivere la propria interiorità. Ma ci indica anche una via, quella della poesia contemplativa di A. Rita Mazzocco che ha creato il personaggio di Tommaso, una specie di moderno Agostino che naviga per gli eterni sentieri della ricerca del senso e del luogo della verità, di cui ha parlato M. Pecugi Fop. Una focalizzazione quanto mai attuale per contrastare la persistente presunzione della scienza fisica e matematica, come viene presentata e volgarizzata da alcuni, come Roberto Vacca, che recentemente in televisione ha qualificato sant’Agostino come il peggiore dei filosofi per aver relegato la verità all’interno della coscienza. La falsità di tale affermazione si può rilevare dallo studio in 4 volumi (Alici, Piccolomini e Pieretti edd , a c. del Centro di Studi agostiniani della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Perugia) sulla presenza del pensiero agostiniano nella filosofia del Novecento.

AUTORE: Elio Bromuri