La vita, la tutela, la Costituzione

Il Movimento per la Vita di Todi dalla parte dei farmacisti obiettori di coscienza

Le polemiche sorte intorno all’obbligo imposto, nello scorso agosto, dalla Regione dell’Umbria ai farmacisti circa la vendita al pubblico della cosiddetta pillola del giorno dopo, è stato lo spunto che ha portato il Movimento per la vita di Todi a promuovere un incontro centrato su questa tematica, collegata anche alla possibilità che i farmacisti possano esercitare il loro diritto all’obiezione di coscienza nei riguardi della vendita di Norlevo. L’incontro – dibattito ‘Solo una pillola… e il giorno dopo?’, si è svolto lo scorso 30 novembre a Todi presso palazzo del Vignola; vi hanno partecipato un centinaio di persone, della città e dell’intero comprensorio tuderte. Dopo il saluto del vescovo mons. Giovanni Scanavino, Chiara Andreucci, presidente del Mpv di Todi, ha introdotto gli ospiti della serata. Enrico Sebastiani, consigliere regionale dell’Umbria, l’avvocato Simone Pillon, presidente regionale del Forum delle associazioni familiari, e il dott. Piero Uroda, farmacista e presidente dell’Unione cattolica farmacisti italiani. I relatori della serata hanno potuto analizzare da diversi punti di vista il problema di cui si dibatteva: in primo luogo Enrico Sebastiani ha dipinto la situazione politico – sociale della nostra regione, riportando anche le testimonianze di numerosi farmacisti, soprattutto dell’Asl 1, che si sono rivolti alla Direzione sanitaria regionale per poter esercitare diritto all’obiezione di coscienza. La questione, portata davanti all’ufficio legale della Giunta regionale, è stata ‘risolta’ con un parere negativo che, riferendosi ad una norma risalente al 1938, obbligava i farmacisti alla vendita di questi prodotti, a pena di sanzioni amministrative e disciplinari. A seguire l’avvocato Simone Pillon ha spiegato in modo chiaro e diretto l’inconsistenza dell’obbligo suddetto. Sapendo che il diritto alla vita umana, anche quella del concepito, è tutelato dall’articolo 2 della Costituzione, questo basta a dire che, di fronte a ciò, il farmacista ha diritto di rifiutare qualunque condotta che porti danno alla vita del concepito, quindi rifiutare la vendita del Norlevo. Il dott. Uroda ha dichiarato la sua soddisfazione per la soluzione prospettata da Pillon, per la quale oggi i farmacisti possono legittimamente rifiutarsi di vendere tale prodotto, adducendo la clausola di precauzione, cioè: se anche ci fosse solo il dubbio di esistenza del concepito, è possibile rifiutare la vendita del principio letale, adducendo il motivo di coscienza della salvaguardia della vita umana.

AUTORE: Francesca Carnevalini