L’altare della Pietà, come era

Perugia. “Ricomposta” al Museo capitolare di Perugia l’opera di Agostino di Duccio
L’altare della Pietà di Agostino di Duccio
L’altare della Pietà di Agostino di Duccio

Al Museo del Capitolo della cattedrale di Perugia è stato presentato il ricomposto altare della Pietà di Agostino di Duccio, noto artista toscano nato a Firenze nel 1418 e morto a Perugia nel 1481. L’opera, in marmo giallo di Siena, apparteneva all’altare della Pietà originariamente collocato nella cattedrale di San Lorenzo. Al taglio del nastro ha presieduto l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti.

L’opera venne eseguita tra il maggio del 1473 e l’aprile del 1474 su commissione dell’ospedale della Misericordia e realizzato grazie al lascito testamentario del perugino Niccolò Ranieri. Ciò che è stato ricomposto è costituito da tre lastre di marmo scolpite a bassorilievo: al centro si trova il Cristo morto e seduto sul sepolcro, a sinistra vi è Maria, sua madre, a destra l’apostolo Giovanni. Rimangono ancora da riassemblare parti frammentarie relative alla cornice, alcune delle quali sono ancora incastonate nel pavimento del Lapidario del museo. Il tutto doveva rappresentare “un grande paliotto di marmo” (5 m x 3 m) ha spiegato Tiziana Biganti della Soprintendenza ai beni storici dell’Umbria, presente all’evento. L’altare è stato di recente restaurato a cura dell’Istituto centrale del restauro di Roma.

La Biganti ha sottolineato in particolare l’evidente maestria dell’artista nella “tecnica dello schiacciato e il grande senso della profondità”. Bisogna immaginarlo – ha detto – come un’opera impreziosita da spledide parti in oro, mentre il fondo che circonda i personaggi era di colore azzurro marino: colori di cui oggi sono visibili solo piccole tracce. Accanto è stata ricomposta anche la lunetta con il Padre benedicente.

L’altare, per alterne vicende, è stato più volte manomesso e anche il marmo utilizzato era di recupero (nel retro mostra infatti decorazioni vegetali). “Si tratta comunque di una ‘macchina’ da un punto di vista artistico di primo piano, di uno dei massimi scultori del Rinascimento” ha concluso la Biganti.

L’opera ricomposta sarà visibile nel percorso espositivo del museo, nella zona degli scavi sotterranei della cattedrale. La presentazione rientrava tra le iniziative proposte dal museo in occasione delle Giornate dei musei ecclesiastici che si sono svolte il 2-3 marzo in tutti i relativi musei dell’Umbria.

AUTORE: Manuela Acito