L’anima cristiana dell’imprenditoria

Economia. L'Unione cristiana imprenditori (Ucid) stila 11 punti per unire profitto e solidarietà

L’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (Ucid) ha proposto una definizione di bene comune per dare ‘un’anima cristiana all’economia’. Gli 11 punti sono finalizzati a superare la contrapposizione tra profitto e solidarietà. Questo cammino è iniziato quattro anni fa… quando della crisi economica non c’era nemmeno l’ombra. Le parole chiave della carta dei valori dell’Ucid si rifanno a concetti richiamati nella dottrina sociale della Chiesa, contenenti principi come ‘speranza e aspirazioni individuali’, ‘aspettative dell’uomo’, ‘sentimenti’ e ‘appagamento spirituale’. Non è un caso che sia stata proprio Bergamo, una delle province più industrializzate del mondo, ad ospitare questa iniziativa dell’Ucid. Il presidente degli industriali locali, Alberto Barcella, ha sottolineato che ‘l’impresa stessa è un bene comune’ ed ha aggiunto che per uscire da una crisi che è prima di tutto etica bisogna ‘rifarsi ai padri fondatori dell’economia moderna, che erano filosofi morali; riscattarsi dalla figuraccia dell’economia e tornare alla responsabilità dell’impresa e dei manager’. Per l’economista Luigi Campiglio, prorettore vicario dell’Università Cattolica, ‘quando questa crisi finirà, sarà passata grazie anche a un’idea nuova di bene comune, che comprende il connubio di impresa e territorio’. La crisi, per Angelo Ferro, presidente nazionale dell’Ucid, ‘c’è stata perché la finanza non è stata sussidiaria all’economia reale’. Ecco perché l’11’punto proposto parla proprio della sussidiarietà: un principio ricorrente nella dottrina sociale della Chiesa. Per il card. Salvatore De Giorgi, consulente ecclesiastico nazionale Ucid, ‘oggi la coscienza collettiva è più sensibile, ma occorre un cambiamento di mentalità dall’attuale relativismo etico. Gli imprenditori cristiani, con le loro regole, devono diventare l’anima del mondo economico e imprenditoriale d’Italia’. Le proposte da cui sono nati gli 11 punti sono frutto dell’esperienza compiuta sul campo in anni di lavoro. Tre punti fondamentali del documento affermano che ‘l’impresa crea beni utili alla collettività’, che ‘tutti gli operatori sono chiamati a collaborare’, e che ‘al centro ci devono essere le aspettative dell’uomo’. Particolarmente innovativi per l’Ucid sono i punti 10 e 11, nei passaggi dove si dice che, ‘a proposito della solidarietà, si rivolgono le esortazioni quasi sempre e solo all’impresa, mentre tutti gli operatori saranno chiamati a collaborare per la realizzazione del bene comune’ e che ‘lo Stato e le istituzioni pubbliche, nel rispetto del criterio di sussidiarietà, dovranno compiere le innovazioni necessarie, attuando quelle metodologie che gran parte delle imprese ha ormai collaudato da anni’. Una delle prime regole tenta una sintesi di bene comune, in cui include, oltre alle ‘entità materiali necessarie alla vita’ e quelle ‘elaborate dal diritto’, anche tutti ‘i benefici immateriali che danno all’uomo un appagamento spirituale come i sentimenti, l’ingegno, la famiglia, l’amicizia, la pace’. Infine, al punto 9, l’impresa si definisce ‘non contrapposta alla solidarietà, proprio perché risulta essere creatrice dei beni utili alla solidarietà: valorizzare prioritariamente le imprese orientate a realizzare il bene comune significherà ottenere un giovamento diffuso a favore di tutta la collettività’. Invocazioni di principio che danno una linea di comportamento, tracciano una strada da seguire per il futuro. Strada che anche in altri incontri delle sezioni locali dell’Ucid è stata richiamata. In particolare, a Latina mons. Giampaolo Crepaldi, segretario del Pontificio consiglio di giustizia e pace, ha ribadito che la dottrina sociale della Chiesa offre ‘linee guida per una società moderna’. Mons. Crepaldi ha anche sottolineato che la crisi può essere vissuta come un’opportunità, a patto che non venga interpretata come cinico strumento ideologico per annullare un sistema economico apparentemente fallimentare, bensì sia letta in termini di capacità di creare una positiva innovazione basata sul realismo della speranza, su una nuova progettualità e sulla riappropriazione della buona economia. Il cammino degli imprenditori non si ferma qui; la ricerca del giusto equilibrio tra esigenze della produzione e attenzione ai bisogni della società nel suo complesso vedrà riunirsi i membri dell’Ucid in occasione del convegno ‘Forti nei valori per superare la crisi: focus sulla realtà imprenditoriale’ (20 giugno, Cassa di risparmio di Firenze).

AUTORE: Costantino Coros