L’anima inquieta di Venanti pittore

Quadri in mostra alla Rocca Paolina di un artista che vorrebbe cambiare il mondo con la forza dell'arte

Dal 10 dicembre 2003 al 18 gennaio 2004, un periodo adeguato e in un ambiente degno, quello del centro espositivo della Rocca Paolina di Perugia, con il patrocinio della Regione dell’Umbria e la sponsorizzazione del Comune e della Provincia di Perugia, è aperta al pubblico una mostra del pittore perugino Franco Venanti. Sono visibili opere di cinquant’anni di ricerca condotta nel segno della originalità artistica e dell’impegno sociale. La prima impressione che si ha, scorrendo quadro dopo quadro, è quella della bellezza figurativa a prescindere da ogni significato ulteriore. La pittura di Venanti è bella da vedere per i colori vivaci e armoniosamente combinati, per la disposizione delle figure nello spazio, per l’espressività dei volti e degli sguardi. Si nota anche una insistita carnalità femminile esposta impudicamente, velata spesso di ironia e risolta per lo più nello sberleffo. Dopo la piacevole emozione estetica subentra una domanda sul senso e il messaggio e allora si scopre che in gran parte delle opere l’Autore è inquieto, ce l’ha con qualcuno, non è uno che accetta di limitarsi a descrivere e contemplare la realtà così come essa si presenta, ma la sua realtà, come egli la vede e come vorrebbe che altri la vedessero per indurre a passare dalla teoria alla prassi, dalla contemplazione all’azione. Anche quando nella scena pittorica Venanti si rende presente con il pennello in mano, in realtà egli vorrebbe avere la frusta o la spada o comunque passare all’atto che viene proposto o denunciato. Chi sono allora i suoi nemici. E’ troppo facile scoprirlo, anche perché egli ha scritto messaggi, ha partecipato alla vita politica, è promotore culturale con il Circolo Bonazzi ed ha commentato se stesso con didascalie riportate all’interno della mostra della Rocca Paolina nell’intento di farsi capire. Forse è proprio questo l’assillo che sta nella sua ricerca: farsi capire. Venanti è uno che vorrebbe modificare le cose, per quanto possibile, con l’arte in tutte le sue forme espressive. I suoi nemici, allora, chi sono? Il potere che schiaccia la libertà, l’esibizionismo delle uniformi e delle divise con quei cappelli smisurati, fatti di carta di giornale, l’ipocrisia di chi esibisce virtù pubbliche mentre nutre e pratica vizi privati, il degrado trasformistico della politica, l’arroganza della ricchezza volgare e del consumismo sfrenato. Sono impressionanti nella loro armonia formale i quadri che hanno per soggetto l’entropia, una parola troppo difficile che viene meglio illustrata dalla congerie innumerevole delle cose travolte dal degrado naturale del tempo e dalla impermanenza delle cose, di tutte le cose anche le più preziose, le più costose, le più sofisticate e moderne. Il tratto della pittura forte, deciso e gentile, mostra un pittore dalla intensa vita interiore, appassionata e anche sofferta e che, forse, è ancora aperta ad un ulteriore cammino, oltre l’entropia, sociologica e cosmica che sia.

AUTORE: Elio Bromuri