Le clarisse “della Trinità” si trasferiscono a San Girolamo

Scambio di sede con la "Comunità lavoro e cultura" di Capodarco

Accompagnate processionalmente da numerosi fedeli, presente il vescovo di Gubbio mons. Pietro Bottaccioli, le “Suore della Trinità” sono salite definitivamente dal monastero omonimo situato all’incrocio tra via Dante e corso Garibaldi, al Convento di San Girolamo, a metà costa del monte omonimo, dove erano state precedute, da qualche mese, dai resti mortali della venerabile Chiara Isabella Gherzi, una suora straordinaria vissuta nel monastero dal 1742 al 1800, reggendone per tanti anni le vicende in qualità di Superiora. Il trasferimento delle diciassette “clarisse” – che stanno registrando, come dimostra il numero, un periodo di preziose vocazioni – era stato programmato da tempo, non senza qualche polemica, nel quadro di uno scambio con la “Comunità lavoro e cultura di San Girolamo” che, impegnata nel recupero e nella valorizzazione dei portatori di handicap, si era installata agli inizi degli anni Settanta nel convento a metà costa del monte Ansciano, lasciato libero dai francescani, che lo avevano abitato e reso per secoli centro vivo di vita spirituale. Uno scambio di sede che era stato preso in considerazione per agevolare un po’ tutti gli interessati; le Clarisse individuavano in San Girolamo una soluzione più rispondente alle loro esigenze e ai loro programmi; la Comunità di San Girolamo vedeva nel monastero della Trinità gli spazi giusti per dare concretezza ai propri progetti sia di carattere prettamente “comunitario” (soluzioni logistiche per gli ospiti all’interno di un centro abitato, capaci di evitare il sospetto della emarginazione) che socio-culturale (corsi di formazione universitaria, centro vivo di incontri e dibattiti etc.). Un trasferimento avvenuto entro il periodo programmato, anche se non tutto era pronto per accogliere le suore; i lavori non sono ancora terminati sia nel monastero vero e proprio, che nella piccola chiesa. E’ indispensabile un periodo di adattamento, ma è altrettanto indispensabile che le varie ditte interessate stringano i tempi per ridurre al minimo i disagi e consentire alle religiose condizioni ottimali per “vivere” la loro regola. Con il loro trasferimento, ovvio, se ne va un pezzo di storia di Gubbio. “Il 9 agosto 1505 – scrive il dott. Piero Menichetti nella sua storia di Gubbio – papa Giulio II con sua bolla riunì tutti gli ospedali di Gubbio in un unico complesso socio-sanitario: lo Spedal Grande che aveva sede nei locali attigui alla chiesa di Santa Maria dei Bianchi (logge dei tiratori). I locali dell’ex ospedale di S. Vittorio e Vittorino (attuale Trinità) furono ceduti alle religiose del Terzo ordine francescano che successivamente abbracciarono la regola delle Clarisse. Sorse così il monastero della Santissima Trinità. Una presenza secolare nel centro storico il cui fervore spirituale si avvertiva anche all’esterno e non soltanto per la campanella che a mezzanotte ricordava ai nottambuli il momento in cui le suore tornavano a riunirsi in preghiera e meditazione. Una vicenda scandita anche da storie esemplari, come quella della venerabile Gherzi. Una storia che prosegue in un luogo considerato particolarmente indicato per alimentare la vita spirituale. E’ importante per che la città e la diocesi continuino a considerarla una risorsa preziosa per tutti. Intanto una prima notizia: tutti i giorni, festivi compresi, la Messa verrà celebrata alle ore 18.00.

AUTORE: Giampiero Bedini