L’Eremo di Sant’Ambrogio ritorna ad essere centro di spiritualità

Imminente l'arrivo di una comunità di Minori francescani da Cortina

Dopo oltre due secoli torna ad essere centro di profonda spiritualità l’Eremo di Sant’Ambrogio, il caratteristico e suggestivo romitorio innalzato all’inizio della “Gola del bottaccione”, su una balza del monte Foce. Costruito o restaurato nel 1331, quando il vescovo eugubino Pietro Gabrielli vi radunò tutti gli eremiti sparsi nel territorio di Gubbio, ha una storia ricca. Nel 1342 sempre il vescovo Gabrielli diede agli eremiti la regola di Sant’Agostino, mentre nel 1419 con bolla di Papa Martino V venne unificato a quello di San Salvatore di Bologna e vi si trasferirono i Canonici regolari; nel 1445, infine, Papa Calisto III unisce la Canonica di San Secondo a Sant’Ambrogio. Al suo interno sono conservate le spoglie incorrotte del beato Arcangelo Canetoli (1460-1513) ed i resti mortali del beato Francesco Nanni (morto intorno al l409) e del celebre giureconsulto Agostino Steuco (1496-1549), prelato di grande cultura e profonda spiritualità, segretario del Concilio di Trento. L’Eremo di Sant’Ambrogio, nonostante la sua importanza spirituale ed artistica, ha conosciuto negli ultimi tempi il rischio di crolli pericolosi. Preziosa per il suo recupero l’ attività del “Comitato per la valorizzazione della Gola del Bottaccione” che si è fatto carico di una preziosa opera di sensibilizzazione e di denuncia (famosa la mostra fotografica ospitata anche all’interno della Chiesa di Sant’Ambrogio) oltre alle iniziative di enti ed istituzioni che hanno favorito il recupero pieno del monumento sotto il profilo edilizio. Gubbio e la cultura hanno acquisito una testimonianza di notevole importanza. Quel romitorio così bello e severo si appresta ora a tornare ad essere centro di vita spirituale. E’ imminente infatti il trasferimento da Cortina d’Ampezzo di una comunità di frati Minori francescani che hanno scelto la vita eremitica per gran parte della settimana, pur dichiarandosi a disposizione dei fedeli, secondo un programma prestabilito, e di quelle che potranno essere le esigenze della diocesi. Fa da battistrada padre Francesco Ferrari, già a Gubbio da qualche giorno, impegnato a predisporre un minimo di organizzazione, pur in un contesto di vita improntata a criteri spartani ed alla più assoluta povertà. Riprendendo a vivere in termini autonomi, l’Eremo di Sant’Ambrogio sottolinea alcune difficoltà nell’essere raggiunto con mezzi motorizzati, strumenti ed ausili oggi indispensabili. E’ allo studio, ma il pronunciamento finale spetta alle Istituzioni ed agli altri organismi competenti per settore, un progetto che prevede un leggero allargamento dell’ultimo tratto della strada che sale verso l’Eremo in maniera che possa essere “avvicinato” anche dai mezzi motorizzati, per favorire la soluzione dei problemi di tutti i giorni.

AUTORE: Gianpiero Bedini