Lia Trancanelli, umbra dell’anno

Il riconoscimento è stato deciso dai lettori de “La Nazione”

È stata una giornata splendida in senso metereologico ed anche in senso metaforico quella del 14 marzo a Solomeo, dove Lia Sabatini Trancanelli, vedova di Vittorio, ben conosciuto dai nostri lettori, ha ricevuto il riconoscimento di “Umbro dell’anno”, decretato dai lettori del quotidiano La Nazione, che allo scopo aveva indetto un concorso tra i lettori per un personaggio che si fosse distinto con atti concreti a favore del prossimo. E il direttore de La Nazione Mauro Tedeschini ha insistito sull’aspetto degli atti concreti nel corso della sua relazione. Su questa linea si sono succedute le riflessioni delle autorità presenti: mons. Bassetti, arcivescovo di Perugia, il suo predecessore mons. Chiaretti, il sindaco Boccali, il questore, l’imprenditore Cucinelli che ha ospitato la manifestazione nel suo bellissimo teatro ed ha fatto gli onori di casa, l’assessore Porzi della Provincia e Bracco della Regione. Quando ha parlato Lia c’è stata commozione in tutti i presenti: “Sono una casalinga e una mamma, parlo con il cuore. Tutto è nato in seguito ad una malattia di Vittorio che sembrava doverlo portare alla morte”. Il racconto scivola via piano e semplice, come le cose più normali, mentre tornano alla memoria persone, mamme, bambini, preghiere: “Insieme a degli amici, per quattro anni, abbiamo continuato a pregare per capire che cosa voleva il Signore da noi. La morte che avevamo visto così da vicino ci aveva ammonito che non c’era tempo da perdere, dovevamo dedicare la nostra vita al Signore nella maniera che Egli ci avrebbe indicato”. Così è nata l’iniziativa che Vittorio volle chiamare “Alle querce di Mamre”, il famoso luogo in cui Abramo accolse tre viandanti che scoprì essere tre angeli di Dio, Dio stesso presente nella tenda di Abramo. Da allora non è mai cessata l’attività di accoglienza di madri con bambini in difficoltà. Tante storie potrebbero essere raccontate. Quella più intensa e commovente raccontata da Lia è quando Vittorio in punto di morte, in sala di rianimazione, ha voluto accanto a sé tutti i suoi “figli”, quelli che erano stati accolti lungo gli anni e guardandoli in viso ha detto a Lia: “Vedi, ora che me ne vado posso dire che valeva la pena fare quello che abbiamo fatto, altrimenti che cosa potevo portare davanti al Padre?”. Lia – ha detto l’arcivescovo Bassetti -, insieme agli altri che hanno compiuto segni di bontà e generosità, sono raggi di luce di cui oggi più che mai la nostra città aveva bisogno. Ha ringraziato poi Lia e i suoi collaboratori e si è complimentato con la direzione de La Nazione che ha intrapreso questa bella iniziativa.

AUTORE: E. B.