L’Intervento

Cattolici in politica? E' tempo di fatti, basta con le parole!

Come costruire una nuova area politica di centro? Quale unità politica dei cattolici? Questi interrogativi ce li portiamo dietro da almeno dieci anni. Appartengono alle attese e alle aspirazioni, in gran parte deluse, di tanti elettori.La transizione in atto nel nostro Paese può aiutare a capire, ma non spiega tutto. La situazione è peggiorata nonostante il lodevole impegno di chi ancora si sforza di dare un’anima e una prospettiva al proprio impegno politico. Da le pagine de “La Voce” ed anche dei quotidiani locali alcuni esponenti politici, come il consigliere regionale Enrico Sebastiani, hanno cercato, senza molta fortuna per la verità, di riproporre la questione, di avanzare riflessioni e qualche proposta.. Silenzio da parte di altri politici. Silenzio anche da parte della società civile e dell’associazionismo. In parte comprendo il silenzio della società civile. Pochi oramai appartengono a priori a questo o a quello schieramento politico. Il dibattito poi sull’unità politica dei cattolici è arrivato ad un tale grado di consapevolezza (almeno tra i più attenti) che non ci si accontenta più delle dichiarazioni di principio. Non basta più ribadire i soliti e sempre attuali valori etici e morali. Si attendono oramai gesti, atti, azioni politiche concrete. Al consigliere regionale Sebastiani, da poco approdato all’impegno diretto nelle istituzioni, a motivo della credibilità del sua lunga militanza nel sindacato e nell’associazionismo cattolico, tutta la mia comprensione. Lo so che un conto è parlare di impegno politico e un conto è esercitarlo nella concretezza delle situazioni . Però è tempo di cominciare a fare qualche passo in avanti. Perché sulle questioni fondamentali i cattolici, di maggioranza e di opposizione, impegnati nelle istituzioni non collaborano ai vari livelli tra di loro nella prospettiva del bene comune? Il Piano Sociale regionale, per esempio, approvato dal Consiglio Regionale nel dicembre scorso. Cosa stanno facendo i Consiglieri regionali cattolici perché sia correttamente e puntualmente attuato? Il Piano Sociale, almeno sulla carta, è una buona legge. Non teorizza più semplicemente servizi socio – assistenziali. Se attuato in tutte le sue parti è molto di più: è centralità delle politiche familiari, è superamento della logica assistenziale, è walfare solidale e comunitario teso all’autonomia possibile della persona, è politiche di sviluppo e di occupazione per tutti. Fatti e non parole allora. Sarebbe importante se sul Piano Sociale i politici cattolici s’incontrassero e decidessero azioni comuni, promuovessero confronti con la società civile, con la Pastorale sociale e del lavoro, la Caritas, il Forum delle associazioni familiari, la Pastorale giovanile, le Associazioni di volontariato per quanto riguarda la realtà ecclesiale. Niente di tutto questo è mai avvenuto nel passato né oggi. Molte regioni, Lombardia e Basilicata in testa, si sono dotate di leggi regionali sulla famiglia con interventi concreti e significativi, anche di tipo economico, a sostegno del nucleo familiare. E in Umbria? I giovani umbri, specie se diplomati e laureati, se vogliono un lavoro che consenta loro di guardare al futuro con una qualche certezza, debbono emigrare in altre regioni del Centro – Nord. La Sanità umbra in mancanza di interventi strutturali, non potendo dal 2001 contare più sui trasferimenti statali, difficilmente potrà mantenere i livelli attuali se non aumentando le tasse regionali. Queste ed altre questioni (penso al nuovo Statuto regionale, alle leggi quadro sull’Assistenza e sull’Associazionismo recentemente approvate dalla Camera ed ora all’esame del Senato) possono essere terreno concreto d’incontro e di confronto tra politici cattolici indipendentemente dagli schieramenti di appartenenza e tra questi e la società civile. Vale anche per la situazione italiana quello che il Papa ha chiesto nei giorni scorsi ai membri di Solidarnosc, in occasione del ventesimo anniversario della nascita dello storico sindacato cristiano polacco:” Che il Signore mantenga in ogni membro di Solidarnosc lo spirito di unità, la sensibilità per i bisogni della gente del mondo del lavoro, ma soprattutto per quelle persone e famiglie che con pazienza portano il peso delle giuste riforme economiche e sociali. Prego il Signore perché dia forza a tutti, affinché le ambizioni personali non prendano il posto del bene comune”.

AUTORE: Pasquale Caracciolo